-Core
Soviet Malpensa
Fuori il nuovo album
Pubblicato il 12/01/2024 da Lorenzo Becciani

“Sembrava la fine”, ma la fine non si fa sempre riconoscere. Magari si affaccia, si lascia intravedere nell'ombra per ricordarci che esiste: ci provoca e poi sparisce. Perché è la fine che tiene in mano il tempo.
Noi possiamo solo provare a riconoscerla, prepararci ad affrontarla, immaginarci il futuro dopo il suo passaggio. Poi magari la fine arriva per davvero e in men che non si dica si trasforma in qualcosa di diverso.
I Soviet Malpensa tornano sulle scene con un nuovo album che non ha paura di guardare in faccia alla realtà, ma che non cede al nichilismo della resa.

https://open.spotify.com/album/2GWwanjV4vXWUqhAvM1wex?si=sU-2KnqgTV2rAyz54K-hog
 

«Tra il 2020 e il 2021, approfittando dell’isolamento e del tempo a disposizione, abbiamo completato le registrazioni di alcune canzoni sulle quali stavamo lavorando da un paio d’anni e che avrebbero dovuto dar forma ad un nuovo album. Passato qualche mese e dopo diverse riflessioni, abbiamo deciso di ripartire da zero. Di quelle sessioni abbiamo salvato una parte delle registrazioni, alle quali si sono aggiunte alcune idee abbozzate successivamente, per andare così a costituire il materiale che abbiamo poi affidato ad Andrea “Sollo” Sologni dei Gazebo Penguins e Lorenzo Borgatti, che hanno rimesso insieme i pezzi occupandosi di produzione, mix e master.
“Sembrava la fine” è il pensiero che più volte ci è passato per la testa mentre lavoravamo a queste canzoni. Più volte la fine ci è sembrata vicina: lo era nella nostra musica e lo era nel mondo. Le canzoni di “Sembrava la fine” sono fotografie di battaglie quotidiane, ancore di salvataggio, rapporti salvati o rassegnate perdite, inni alla (ri)scoperta di se stessi, inviti ad inseguire le proprie aspirazioni senza avere paura di chi o cosa desideriamo.
“Sembrava la fine” è ciò che avviene a volte nelle relazioni: ci si perde e ci si ritrova.
“Sembrava la fine” è l’immagine di un futuro in cui poter tirare un respiro di sollievo, quando le tenebre del presente saranno un ricordo sommerso dalla lucentezza senza tregua delle stellate notturne, dal riverbero perpetuo delle maree, dal silenzio pesante della neve, dalla maestosità delle foreste.
“Sembrava la fine” è un futuro sospeso, un ricordo passato, lo specchio del presente. La ciclicità del tempo nella distorsione del disordine.
“Sembrava la fine” è una scintilla di speranza.
“Sembrava la fine” è un album nato, morto e risorto.
Sembrava la fine, la mia fine sei tu.»