-Core
Melt Motif
Norvegia
Pubblicato il 03/01/2024 da Lorenzo Becciani

È strano vivere in una piccola cittadina come Bergen e non in una metropoli tecnologica?
(Kenneth) Bergen è una piccola città alla periferia dell’Europa, ma è sempre stata connessa con l’arte e la musica. Forse a causa del tempo imprevedibile e delle montagne che la circondano. Molti grandi artisti hanno circolato da queste parti. I Mayhem registrarono ‘De Mysteriis Dom Sathanas’ alla Grieg Hall di Bergen, dove adesso Rakel suona con la Bergen Philharmonic Orchestra. Questo per farti capire come gli estremi possano toccarsi in questa città. 
(Joe) Quando ho visitato Bergen per lavorare alla nuova musica dei Melt Motif, siamo andati in una chiesa brutalista per un concerto di Caterina Barbieri. Musica meravigliosa in una location unica.

Come è nata la band?
(Kenneth) E’ nato tutto nel 2021 quando ho deciso di trasformare i miei demo di trenta secondi in canzoni. Rakel è la mia partner quindi trovare una cantante è stato facile. Quando la prima canzone era pronta per essere mixata ho cercato un ingegnere del suono e mi sono imbattuto in Joe. Ha contribuito così tanto al debutto che per ‘Particles. Death Objective’ gli ho chiesto di unirsi alla band. 

Siete stati coinvolti in altri progetti in passato?
(Joe) Ho fatto parte dei Dolphinkids, una band dream pop che ha pubblicato un paio di EP. Ho da poco lanciato una band denominata Falha, con cui facciamo sci-fi snthpop, e poi ho questo progetto con la mia fidanzata, Pinko Poika, con cui sostanzialmente suoniamo tutto quello che ci va. 
(Rakel) Sono parte del coro della Bergen Philharmonic Orchestra da una vita. Una delle nostre registrazioni è stata nominata per i Grammys.
(Kenneth) Ero un terribile chitarrista punk da piccolo, ma sono stato coinvolto nel music business sotto tanti punti di vista.

Qual è il significato del vostro nome?
(Kenneth) Melt viene da una delle prime persone che ci ha ascoltato quando abbiamo pubblicato alcune canzoni su SoundCloud, prima di avere un contratto discografico.  Credo che fosse ‘Andalusian Dog’ e che il suono ricordasse qualcosa che si scioglie. Motif è connesso alla nostra ispirazione artistica e cinematografica. É un termine usato per enfatizzare un’idea ricorrente e ce ne sono tanti nella nostra musica e nei nostri testi. 
 
Qual era la visione quando avete iniziato? Pensate di aver raggiunto tale visione con ‘Particles. Death Objective’?
(Kenneth) Sì, per ‘Particles. Death Objective’ abbiamo lavorato a tante idee che volevamo realizzare, dall’artwork alla musica. E più o meno abbiamo raggiunto  quella visione. Abbiamo già pensato a come dovrebbe essere il nuovo album, perchè è la visione a influenzare lo stile dei nostri demo. 

Prendete ispirazione da altre forme d’arte?
(Kenneth) Assolutamente! Siamo tutti e tre molto influenzati dalla componente visuale e ispirati dall’arte in genere e dai film. David Lynch è probabilmente una delle più grandi fonti di ispirazione.  

Quali erano gli obiettivi in termini di produzione e mixaggio? 
(Joe) Per il mixaggio di ‘Particles. Death Objective’ l’obiettivo era ottenere qualcosa che facesse percepire alle persone di ascoltare sempre qualcosa di nuovo. Amo la musica che ti fa immaginare come sia stata fatta.

Quali sono i software che usate per creare musica? 
(Joe) Amo Studio One perché mi piacciono le cose noiose e pragmatiche. Come strumenti virtuali uso tutto quello che propone Madrona Labs. 
(Kenneth) La mia Digital Audio Workstation preferita è Logic Pro perchè la registrazione vocale è la migliore in circolazione. Uso dei synth della U-He, ma sia io che Joe preferiamo strumenti analogici.

Qual è stato il momento più eccitante durante le sessioni di registrazione? 
(Joe) ‘Broken Floor’ è stata la traccia perfetta per inaugurare il processo creativo. É stata una delle poche volte in cui eravamo tutti svegli in studio simultaneamente. Non è così facile visto che ci sono sei ore di fuso orario di differenza.  
(Kenneth) Ricordo che Joe mi ha suggerito di jammare col Moog DFAM e, dopo qualche interazione tra Bergen e San Paolo, la traccia ha preso forma. 
(Joe) Il riff principale è nato subito. C’è una strana caratteristica tonale del DFAM che fa pensare che ci sia una linea di basso in sottofondo. A parte quel ritmo, buona parte della canzone è nata da esperimenti con chitarre registrate e suonate al contrario. La canzone ha un ritmo intimidatorio che avrebbe potuto essere registrato solo a tarda notte.

Il vostro sound è unico quindi non voglio parlare di influenze ma potete dirci com’è il vostro rapporto con l’elettronica e se la vostra anima è più industrial, techno, trip hop o dark in generale?  
(Joe) Quando ero teenager ascoltavo progressive house ma anche tanto hardcore e nu metal. Poi ad un certo punto sono passato all’industrial metal e come studente di relazioni internazionali mi sono appassionato della prima era dell’industrial per le idee politiche. In ‘Particles. Death Objective’ puoi trovare influenze breakbeat, hip hop, IDM, jazz e indie rock. Per la produzione sono più nell’EBM e nell’electro-industrial mentre per le idee più per l’industrial vecchia scuola. 
(Kenneth) Condividiamo l’amore per la musica industrial ma ognuno di noi ascolta tanti generi diversi. Personalmente ascolto dal jazz la black metal. Sono un po’ come Mike Patton.  

Le parti vocali sono superbe! Come le costruite? 
(Kenneth) Scrivo liriche e melodie vocali ma, quando iniziamo a registrare, Rakel suggerisce delle modifiche. Io sono più anarchico mentre lei è la teoria musicale in persona.  

C’è un tema principale dietro alle liriche? Cosa volete trasmettere con i testi? 
(Kenneth) Tutte le liriche hanno una loro storia. Alcune sono personali e impossibili da interpretare, ma ciò rende il tutto più interessante. Volevo che gli ascoltatori si sentissero come se stessero guardando Inland Empire. Ad unire tutto c’è un feeling dark ed il tema centrale è che probabilmente tutte le liriche portano direttamente all’inferno. 
(Rakel) Il tema dark è anche molto poetico ed eccitante. Nessuno vuole ascoltare storie dove tutto va bene.

‘Vandalism Pt. 2’ è semplicemente meravigliosa. Potete darci qualche dettaglio in più sui musicisti ed i produttori coinvolti nel progetto?
(Kenneth) Ognuno di loro ha contribuito col proprio stile a rendere l’album quello che è. Ricordo quando Joe ci ha fatto ascoltare la musica di Tomer Baruch e così l’ho contattato.  
(Joe) Ero un fan del suo progetto Animals & Synthetizers. Ha una sensibilità unica per ritmi e melodie. Ho invitato Paolo Ferrara per un remix. Amo la sua attitudine. É come un personaggio di Matrix nella vita reale. Riguardo al Pinko Poika remix, con Lari volevamo interpretare la canzone secondo un approccio teenage pop. Volevamo che il risultato fosse più assurdo possibile, qualcosa in grado di svegliare chi si fosse eventualmente addormentato sulla roba più dark. 
(Rakel) Thief è stato il primo che abbiamo invitato. É così creativo. Adesso stiamo lavorando ad un remix per il suo prossimo album, che uscirà a primavera.
(Kenneth) Analog Tears è un artista di Seattle e la sua versione shoegaze di ‘Full Moon’ è bellissima. Processor è un tipo svedese, con cui ci siamo trovati così bene da collaborare su due canzoni. 
(Rakel) Ne abbiamo un altro in arrivo. A gennaio uscirà una nuova traccia intitolata ‘Red Velvet Ant’. 
(Kenneth) Kahuun è un mio amico di Bergen mentre Are You The Riot? è il mio progetto parallelo segreto dove inserisco tutti i generi che non si adattano ai Melt Motif. Infine abbiamo Die Arkitekt! Amo il suo stile techno molto personale.

Tutti i remix sono eccelenti. Ce n’è uno in particolare che vi ha impressionato?
(Joe) Continuo ad alternare la mia traccia preferita. Sono impressionato dall’intero prodotto finito. 
(Kenneth) Sì, è impossibile da dire. Ci piacciono tutti!

Cosa c’è di così attraente nel realizzare un remix?
(Kenneth) Alla base dei Melt Motif c’è la libertà artistica. Potrebbe non essere la mossa migliore dal punto di vista commerciale ma crediamo che nel fondere più generi tra loro e nell’apertura mentale a livello musicale. Questo ci porta ai remix. Agli artisti che ammiriamo diciamo di fare quello che vogliono. Senza regole. 

Perché avete scelto una bambola decadente per l’artwork?
(Kenneth) Crediamo che quel manichino sia pieno di emozioni e possa interessare ad ascoltare l’album. Ci puoi trovare tanti significati. È così perfetta, ma nel suo sguardo percepisci che sta per accadere qualcosa di terribile.  

Cosa dovremmo attenderci da uno show dei Melt Motif?
(Rakel) Avverrà se saremo in grado di realizzarlo esattamente come vogliamo. Sarà pieno di visual e diverso da tutto il resto.

Siete mai stati in Italia?
(Rakel) Molte volte. La scorsa estate io e Kenneth abbiamo scalato le Dolimiti. Siamo in mezzo alla natura qui in Norvegia, ma le Dolimiti ci hanno tolto il fiato.  
(Joe) Ci sono stato l’anno scorso per la prima volta. Ho girato Firenze, Lucca, Roma e Venezia. Mi è piaciuto tutto, compreso I posti molto affollati. Firenze è la mia città preferita. Ha un’atmosfera così unica ed elegante. Spero di tornarci presto e starci più tempo, visto che sono metà italiano. 

 

Melt Motif
From Norvegia

Discography
A White Horse Will Take You Home - 2022
Particles. Death Objective - 2023