La formazione originaria di Richmond, Virginia ha dapprima diffuso i contagiosi videoclip di ‘The Beacon’ e ‘Umbra’ ed in seguito dato alle stampe un album in grado di rilanciarla a livello internazionale ed imporla come una delle migliori realtà in assoluto in ambito post rock. Il primo aspetto che cattura l’attenzione, scorrendo la scaletta, è la quantità impressionante di heavy groove che avvicinano il quartetto ad entità sonore consolidate quali Neurosis, This Will Destroy You e Mono e contrastano apertamente con una serie altrettanto impressionante di linee melodiche sinistre ed originali. Il secondo aspetto che colpisce di ‘Snake Behind The Sun’ è la capacità delle sette tracce in questione di completarsi le une con le altre, di ergersi a monumenti statuari dalle ceneri delle precedenti e poi, improvvisamente, collassare al fine di produrre ulteriori macerie. Un crescendo strumentale spettacolare che poggia le sue fondamenta sulle chitarre di Gregg Peterson e Zakaree Bryant. La sezione ritmica, formata da Drew Storkcs e Dylan Patridge, è chiamata invece ad aggiungere dinamiche robuste e rendere l’intero ascolto più vario possibile. Le sessioni di registrazione si sono svolte presso i VuDu Studios di New York sotto la supervisione di Mike Watts, che ricordiamo a servizio di Lamb Of God, The Dillinger Escape Plan e Glassjaw. A godere di tale trattamento sono state soprattutto ‘Helioentropy’ e la conclusiva ‘Decease Spe Re’, in grado di spalancare altre porte creative in vista di un futuro quanto mai incerto.