Alcune band fanno parte della storia per la qualità e l'estensione della loro discografia ed altre, indipendentemente dal materiale pubblicato, per la capacità di dominare la scena dal vivo. Di questa seconda categoria fanno sicuramente parte i Boss Hog di Jon Spencer (ex Pussy Galore e mente della Jon Spencer Blues Explosion) e della sua adorata moglie Cristina Martinez. Nella seconda metà degli anni novanta ho avuto l'opportunità di vedere due volte dal vivo gli autori di 'Boss Hog' e 'Whiteout', rimanendone sconvolto. Il loro era un set bollente, costantemente in bilico tra la pericolosità del punk e le tette al vento e le movenze della stupenda cantante. Un vero sex symbol che ha deciso di ritirarsi per dedicarsi alla famiglia e adesso si riaffaccia sulle scene come se nulla fosse cambiato. Forse i suoi capezzoli non saranno più quelli di prima, qualche ruga avrà fatto comparsa sul suo viso, ma la carica sensuale ed il carisma sono intaccati. 'Brood X' non è un disco che vale i suddetti titoli, semplicemente perché allora quell'intruglio garage rock andava giù che era un piacere. La band ha comunque saputo rimanere viziosa e trasgressiva ma soprattutto aggiornarsi, puntando su riflessioni politiche ciniche e su omaggi all'edonismo quali 'Black Eyes'. Un paio di heavy-blues e qualche referenza funky completano una scaletta che ha in 'Billy', 'Rodeo Chica' e Sunday Routine' altri apici.