La prima volta che ho conosciuto Tairrie B è stata in tour con i Manhole. Suonava di supporto ai Fear Factory ed era rinchiusa nel camerino dell'Estragon a rappare. Correva il 1996. Due anni più tardi l'ho ritrovata, più in carne e meno stordita, sempre nel capoluogo di regione emiliano ma questa volta al Covo. Concerto di un'intensità paurosa e lei che in camerino si esercitava rappando. Anche durante le interviste non ci voleva molto a capire quale fosse il background di Theresa Beth che mi raccontò di avere fatto parte di un collettivo dance ed essere stata un promettente rapper grazie alla collaborazione con EazyE e alla release di 'The Power Of A Woman'. Un litigio con Dr. Dre, boss della Comptown Records, la mise fuori gioco e l'alternative metal si rivelò un'eccellente forma di rilancio. Le influenze di Ice-T e NWA sono però rimaste e dopo avere ottenuto tutto quello che si puo' chiedere dalla propria carriera, Tairrie B ha deciso di omaggiare il suo passato rap con l'immaginario successore di quel folgorante debutto. 'Vintage Curses' è un album rap dove le componenti goth e punk svolgono un ruolo fondamentale e la cantante dei My Ruin – assecondata dal marito, chitarrista e produttore Mick Murphy oltre che da Josh Lynch della Weapons Of Mass Production con cui i due avevano già collaborato per 'Ghosts And Good Stories' – ci regala alcune delle sue liriche più avvincenti di sempre citando altri personaggi della West Coast come Ice Cube, MC Ren, Mack 10 e King T. Alla cinica 'Beware The Crone' si affiancano macigni come 'BTCHCRVFT ' e 'Ad Nauseam' che chiariscono presto come l'artista abbia ricercato un approccio tutt'altro che mainstream. In questo senso 'Spirit Queen' è quasi autobiografica e 'Carpe Noctem' più dark di tante banalità che escono al giorno d'oggi. La chiusura spetta a 'Devil May Care' con il sample di 'Devil Woman' di Cliff Richard che sa tanto di old school e lascia un sorriso sulle labbra.