Tra i dischi più oscuri del momento c’è sicuramente il terzo lavoro in studio del quartetto black metal polacco, fondato ormai dieci anni orsono nel centro urbano di Zielona Góra. Il vocione sguaiato di Hesgal pare uscito da un girone infernale e la doppia cassa, accompagnata ad un basso in costante evidenza, segna i rintocchi di una miscela diabolica, che sfocia a più riprese nel blasfemo e nell’occulto. Rispetto agli album precedenti si percepiscono progressi importanti in termini di suoni – la produzione appare decisamente più organica ed il mixaggio di Filip Halucha (Behemoth) ha fatto il resto - e arrangiamenti. Niente di trascendentale per carità, ma non c’è un solo pezzo di ‘Oswiecenie’ che possa sfigurare nelle migliori playlist del genere o che faccia apparire gli Horns una formazione underground come tante. Al contrario, se qualche etichetta di valore si facesse viva, questa scaletta potrebbe rappresentare un punto di partenza per guadagnare credibilità al di fuori dei propri confini. L’illuminazione evocata dal titolo contrasta con un artwork in bianco e nero, cupo e nichilista, realizzato da M. Drac degli Arkona, che ospite nella title track e in ‘Nicosc’. ‘Smierc jest nagroda’, ovvero la morte è la ricompensa, è probabilmente l’apice ma ciò che questo rituale riesce a compiere nella sua complessità è scarsamente paragonabile all’efficacia di un solo episodio.