Le maschere sono sempre al loro posto ma anche se nei loro video non disdegnano atteggiamenti aggressivi l'attitudine di un tempo sembra essere svanita per lasciare spazio a ritornelli pop ed ammiccamenti alle classifiche. Dopo il successo di 'Notes From The Underground' ed il passaggio alla Interscope gli Hollywood Undead cercano di mantenere questa posizione di privilegio con una manciata di tracce commerciali e dallo spessore iniquo. Un peccato perché non solo 'Swan Songs' e 'American Tragedy' sono lontani anni luce ma anche 'Nine Lives' dell'ex membro Aron “Deuce” Erlichman o 'The Fighter' e 'The Moment' di Manafest in confronto potrebbero apparire materiale bollente. 'Usual Suspects' e 'How We Roll' illudono presentando uno scenario dove techno, industrial e rap possono convivere liberamente, la title track è sorretta da un ritornello morboso ma dopo qualche minuto l'album si sgonfia in maniera triste. 'Guzzle, Guzzle' cita Lil Jon mentre 'War Childe' e 'Party By Myself' puntano ai dancefloor alternativi. J-Dog, Funny Man e Danny si alternano al microfono, Johnny 3 Tears e Da Kurlzz si occupano di rendere il più solida possibile la sezione ritmica ed ogni tanto la chitarra di Charlie Scene fa la sua comparsa sulla base strumentale. Troppo poco per spingersi ai livelli raggiunti in passato.