Come tutti i dischi attesi in eterno c"erano molte perplessità attorno al nuovo album dei Prodigy. ‘Always Outnumbered, Never Outgunned’ è un album sinistro, di non facile lettura ma allo stesso tempo estremamente sexy, lascivo e devoto alle ultime evoluzioni della dance. I punti fondamentali da sottolineare sono due. Intanto questo è il disco di Liam Howlett e non dei Prodigy che conoscevamo e non va assolutamente visto come il successore di "The Fat Of The Land" (al limite di "Dirtchamber Session"). Scomparsi Keith Flint e Maxim, Howlett è ripartito dalle origini per produrre un album che schiaffeggia la musica elettronica moderna. "Girls" e "Hotride" (dove appare la bravissima Juliette Lewis indimenticata attrice di Natural Born Killers e frontman dei Licks) sono sfrontati tentativi di confondere il big beat senza concedergli punti di riferimento. "Spitfire" e "You"ll Be Under My Wheels" ma anche la conclusiva "Shoot Down" con i fratelli Gallagher sono un ritorno alla Jilted Generation ma fottutamente moderno con tappeti di samples e sonorità disarmoniche che non vi faranno stare fermi un attimo. Dimenticate "The Fat Of The Land". I Prodigy sono tornati con un disco profondamente diverso, acido, perverso, estremo, che supera il concetto di elettronica come lo intendevamo fino adesso. Non vi aspettate quindi delle nuove "Breathe" o "Firestarter" ma farete ugualmente fatica a togliere l"album dallo stereo.