L’impressione che i Forgotten Tomb possano seguire le orme gloriose della band che più di ogni altra, in Italia, ha indicato la via da seguire per coloro i quali fanno del metallo depressivo (sia esso di natura doom, death o black) la motivazione intrinseca di proliferazione sonora, ovvero i Novembre, è una certezza. ‘Negative Megalomania’, quarta opera estesa della formazione piacentina, ha le carte in regola per imporsi in virtù di un sound definitivamente maturo e di un disco che, per circa un’ora, vi trasporta nel proprio ed esclusivo mondo. Cinque lunghe tracce, che sanno essere maestose e ricche per strutture strumentali e vocali cangianti (compreso l’utilizzo di parti cantate pulite), ma anche per le atmosfere di dolore sognante ricostruite e per i sentimenti contrastanti che suscitano nell’ascoltatore. Un ascoltatore che si trova aggredito da sfuriate black, ma anche incantato da rarefatti passaggi atmosferici, assorbito da evidenti volontà death/doom melodico/malinconiche, con continue variazioni sul tema e persino ripetute intersezioni con il mondo del rock (hard o dark che sia). Considerati i tre album precedenti era difficile ipotizzare che avrebbero optato per una mutazione così multiforme e accentuando la vena melodica delle composizioni (anche nei passaggi più brutali), ma i Forgotten Tomb hanno voluto rischiare e la scelta si è rivelata azzeccata, dimostrando come la megalomania, se consapevole, possa risultare vincente.