Nonostante l’approccio eccentrico ed un carattere schivo, il tastierista e cantante Andy Tillison ha saputo portare avanti la propria idea di musica progressiva per quasi vent’anni ed i suoi album, sebbene difficili da digerire, sono delle vere e proprie avventure sonore. Un po’ tutte le sfumature del genere vengono utilizzate in fase di arrangiamento, al pari di retaggi jazz e r&b, per arricchire un narrativa che cerca di immaginare un mondo migliore, o comunque diverso da quello attuale, pur soffermandosi su fatti concreti. Delle sessioni di registrazione hanno fatto parte collaboratori storici quali Theo Travis (Porcupine Tree, David Gilmour), Jonas Reingold (The Flower Kings, Kaipa), Luke Machin e Steve Roberts ed in passaggi come ‘The Tower Of Babel’ si ha sul serio quella sensazione di imprevedibilità che il prog dovrebbe sempre portare con sé. Il profilo tecnico è elevato e la suite di ventotto minuti ‘Lie Back & Think Of England’ pare voler compiere un passo indietro rispetto al precedente ‘Proxy’, album più equilibrato e orientato verso il futuro. Non tutto il materiale è degno di nota e capita di imbattersi in qualche calo di tensione o momento meno ispirato, ma di sicuro ‘Auto Reconnaissance’ sarà un disco divertente da portare dal vivo. Supposto che si possa tornare alla normalità in tempi accettabili.