La leggerezza non è necessariamente sinonimo di allegria. Lo dimostra l’artista-attrice norvegese, ma ormai residente a New York da tempo, che torna nei negozi con quindici diapositive di un’esistenza che finora non è stata certo noiosa. Kaya Wilkins è balzata agli onori della cronaca, circa cinque anni fa, col singolo ‘Damn, Gravity’ e da quel momento la sua carriera è stata in costante ascesa. ‘Both’ era servito per dimostrare di potere dire la sua in un’industria musicale in disfacimento. Il suo è un art-pop costruito su suoni scarni, retaggi ambient e testi malinconici che Jacob Portrait (Unknown Mortal Orchestra), Aaron “Porches” Maine e John Carroll Kirby hanno saputo assemblare al meglio. L’album è da considerarsi un’opera multimediale a tutti gli effetti e non è un caso che la protagonista di ‘Thelma’ lo abbia promosso con una serie di video girati in location strampalate, come una onsen o delle montagne giapponesi. I passaggi più commerciali sono accompagnati da synth morbidi e suoni molto liquidi (‘Baby Little Tween’, ‘Psych Ward’ e ‘Asexuals Wellbeing’) e ti entrano dentro in un attimo ma talvolta Okay Kaya sperimenta con percussioni (‘Guttural Sounds’ e ‘Popcorn Heart’) e cori a cappella (‘Zero Interaction Ramen Bar’).