Tra mille difficoltà che la vita impone, la navicella spaziale guidata dal determinato Michel “Away” Langevin, batterista fondatore che si è occupato anche del bellissimo artwork, ha saputo mantenere la rotta e proseguire indisturbata l’esplorazione della galassia. Come suggerisce il titolo, ‘The Wake’ è una sorta di risveglio ma i Voivod non erano certo in uno stato di torpore artistico perché poche formazioni heavy metal possono vantare una lungimiranza ed una discografia di tale spessore. L’album è semmai una riscoperta dell’impatto deflagrante e dei concept intricati che hanno reso glorioso il passato. Il legame con gli esordi thrash a tinte black è forte ma allo stesso tempo la scaletta è caratterizzata da elementi prog sci-fi al pari di divagazioni psichedeliche e post metal (‘Obsolete Beings’). Le tracce sono quasi tutte molto lunghe e dilatate, la registrazione ed il mixaggio, a cura di Francis Perron, si assestano su un livello superiore rispetto al precedente ‘Target Earth’ e le sferragliate di chitarra dell’ex Cryptopsy e Gorguts Daniel “Chewy’ Mongrain sono palesemente ispirate ad un classico immortale come ‘Killing Technology’ (‘The End Of Dormancy’ e ‘Spherical Perspective’).Trentacinque anni di carriera festeggiati con i “fatti” e non con operazioni nostalgiche o stupide raccolte.