-Core
Karma
Il K3 Tour lascia il segno

Quella di sabato sera è stata una data memorabile per tante ragioni. Intanto il primo tour di ‘K3’ si è chiuso al Sonar di Colle Val d’Elsa, un luogo storico per gli amanti del rock, dove migliaia di giovani sono cresciuti e hanno imparato ad amare la musica dal vivo. Posti come questo non ce ne sono più e qualunque tentativo di recupero verrà effettuato nei prossimi mesi sarà meritevole di attenzione. Poi parliamo dei Karma, non di una band qualsiasi. Ci hanno fatto aspettare parecchio, ma sono tornati nei negozi con un disco clamoroso, nettamente il migliore pubblicato in Italia quest’anno. Potete leggere la recensione al seguente link:

https://m.suffissocore.com/scalbumreview/13951/karma-k

Qui invece trovate l’intervista:

https://m.suffissocore.com/scinterview/2078/karma-italia

Come ho detto a David Moretti in tale occasione, il pregio maggiore di ‘K3’ sta nella produzione perché i Karma, dopo così tanto tempo, avrebbero potuto benissimo pubblicare un disco nostalgico, un album costruito su pezzi simili a quelli dell’omonimo esordio (tutti ci auguriamo che venga ristampato a breve) e di ‘Astronotus’, come la splendida ‘Jaisalmer’ eseguita con un’intensità paurosa, e se la sarebbero comunque cavata. ‘K3’ invece è un album di vecchi valori ma con suoni moderni. Sul palco, al fianco dei membri storici, è salito pure Ralph Salati dei Destrage - che tra qualche giorno chiuderanno purtroppo la loro carriera - e il suo contributo è stato eccezionale. In ‘Atlante’ e ‘Goliath’ si è percepito, anche grazie a lui, quanto sia “avanti” il guitar work di ‘K3’ e quale possa essere il margine di sperimentazione su cui fondare la prossima fatica in studio.

Quello che in teoria avrebbe dovuto farmi incazzare si è invece trasformato in un mezzo sorriso. Tra i tanti amici che ho invitato al concerto qualcuno mi ha detto di non conoscere i Karma e che i “ragazzi” erano davvero bravi dal vivo. Prendiamola a ridere, ma questa, nel bene e nel male, è la nostra scena e sta a noi decidere se difenderla o meno. Di sicuro i Karma l’hanno difesa a lungo, sia quando riempivano i centri sociali e vendevano più di Afterhous o Marlene Kuntz, sia quando le etichette italiane hanno cominciato a voltare le spalle ai gruppi alternative rock, pensando che l’esperimento fosse finito e che i C.S.I. fossero un caso a parte.

Visto chi ci “guida”, solo applausi per Vrec, che ha creduto nel loro ritorno dopo aver sostenuto con forza tra gli altri The Elephant Man, Andrea Chimenti e Alteria, e Bam Booking, che ha fatto in modo che l’evento fosse perfetto sotto tutti i punti di vista. L’ultimo lavoro in studio è stato presentato come un viaggio sonoro in grado di spaziare tra una varietà di emozioni e timbri, con il suono che è al servizio del viaggio stesso, e così è stato veramente. Oltre ad una bordata di luci e energia elettrica, il pubblico è stato investito da un’ondata psichedelica che va oltre il grunge dei primi anni novanta. I Karma non sono rimasti lì. David Moretti vive a San Francisco e la sua visione internazionale è uno dei motivi per cui ‘K3’ prende a calci qualsiasi altra roba uscita nel nostro paese negli ultimi dodici mesi. Diego Besozzi, inneggiato a gran voce dai fan più datati, si è divertito come un matto dietro le pelli e Andrea Viti ha cesellato ogni chiusura con l’esperienza di chi è nella musica da un bel po’. Per descrivere il talento del frontman, dotato di una voce e di un’espressività pazzesche, servirebbe parecchio estro. Probabilmente di trovarsi a bordo di quell’imbarcazione denominata l’Impossibile, con cui una serie di esploratori approdano nell’isola-continente del Monte Analogo, nel libro di René Daumal che ha ispirato una delle tracce più belle. I testi di ‘Neri Relitti’ (“E faremo finta di vincere, con le onde alte intorno a noi e poi poter perdere i neri relitti in fondo all’anima..”) e ‘Corda Di Parole’ (“Corda di parole ti spieghi, mi avvolgi e mi porti via. Ora si comprendo, mi leghi mani e piedi e mi trascini sul fondo. Quello che tu chiami amore adesso è cemento pietrificato ci unisce, si, ma solo cadendo..”) sono stati cantati a squarciagola dai presenti, a dimostrazione che in tanti avevano già una copia del disco. Da qui bisogna ripartire, se vogliamo creare qualcosa di grande.

In scaletta, da brividi pure ‘Luce Esatta’, ‘Eterna’ e ‘Teardrop’, cover dei Massive Attack dal capolavoro ‘Mezzanine’. Prima della commovente chiusura con ‘Il Cielo’, terzo brano di ‘Karma’ e punto fermo della nostra scena rock.