-Core
Black Shine Fever
Italia
Pubblicato il 27/07/2020 da Lorenzo Becciani

Il primo impatto con ‘Via Negativa’ è con un sound evoluto rispetto a ‘Mania’. Quanto è stato importante il mini per sviluppare un’identità sonora precisa?
Il mini funse da emissario. Sentivo che sarebbe stato importante iniziare a far circolare le prime composizioni al principio dello stato evolutivo dell'intero progetto. Ancor più importante lo è stato tutto il triennio 2015-2018, nell'arco del quale “Via Negativa” ha saputo mostrare gradualmente la propria luce, grazie a un processo ibrido, in cui istintualità e calcolo, caso e presentimento, hanno saputo trovare nell'album un ideale campo di battaglia per la loro inscenata. L'identità sonora del disco, che si compone di particelle referenziali proprie sia del Dark/ Goth anni '80 che del primo Black Metal Scandinavo, iniziò a formarsi nel 2003, quando mi misi a comporre il debut su LP del mio primissimo progetto Black Metal Okkultum Magnificentia. A differenza di quanto già pubblicato precedentemente su nastro e vinile, il full-length presentava già molta commistione con un certo tipo di Dark sound, sia propriamente gotico/ wave che hard rock o doom. Quel lavoro non fu mai registrato così un'altra aberrazione è dovuta crescere in me durante tutti questi anni.

Quanto hai cominciato a comporre il materiale per l’album? É stato un processo complicato?
Alcune idee risalgono, appunto, all'album-fantasma degli Okkultum Magnificentia, ma le prime canzoni vere e proprie (come “The Seven Bells Of Doom” e “Mania”) penso siano un'evoluzione del progetto Blackcore (un reprise del mio primissimo duo Heavy/ Black risalente al 1994/95), direttamente successiva alla pubblicazione dell'EP “Ulfhedinn” (https://blackcoreofficial.bandcamp.com), anzi ricordo benissimo che gran parte di quei riff erano già scritti nei primi del 2015. Il processo in sé è stato molto naturale, niente di così pianificato, ho fatto questo disco principalmente per me stesso e spero si possa sentire forte e chiara la libertà con cui è stato tirato fuori. Complicato, piuttosto, è stato il processo finale di omogeneizzazione generale e mastering in quanto i vari brani sono stati scritti e registrati in vari momenti sparsi nell'arco di tre anni, senza una precisa continuità, quindi la difficoltà è stata conferire l' “illusione” temporale.

Prova adesso a presentare ‘Via Negativa’ con un breve commento per ciascuna traccia. Lo chiameremo il track-by-track dagli abissi..
1) “Diakrisis”: è uno spoken word di trenta secondi recitato da G/Ab Svenym Volgar, cantante dei Deviate Damaen, la cui voce ho tanto voluto per questo estratto dalla prefazione della Opera Omnia di Martin Lutero.
2) “De Profundis Clamavi” è come mi sono sentito io di musicare a mio piacimento questa preghiera, per organo e voce. Qui esce allo scoperto quel mio background di musica sacra e liturgica trasmessami da mio padre e che non tutti, penso, si aspetterebbero. Ho voluto contrapporre i toni sacri alla disperazione, amara e atea, di “Diakrisis”. “Disincarnate” segue come atto secondo, mostrando uno ad uno tutti gli elementi caratterisitici del Black Shine Fever – sound: ritmiche Punk, chitarre liquide di eroina, percussioni nervose, tanto lirismo e, soprattutto, tanto, tanto Novecento, Gotico o Metal che esso sia.
3) “Phaedra's Dream” è una delle più easy-listening dell'album. Qui emergono molto le mie influenze alternative 90s, un dark-pop katatonizzato , dolce ma disperato che musica la mia volontà di riscrivere la storia, in questo caso scagionando e perdonando Fedra per i suoi misfatti d'amore.
4) “Lamma Sabactani” è altamente rappresentativa. In essa convive una ferocia Black Metal primordiale, così come tutta l'austerità della Britannia Gotica di quarant'anni fa. Qui Gesù maledice il Padre sulla Croce, in punto di morte, chiedendoGli il perchè dell'abbandono e perchè abbia Egli preferito cercare il primogenito Lucifero anziché salvare lui, il Messia, dalla morte. Così, Gesù affida la sua anima al materno vuoto primordiale, qui rappresentato dalla oscura divintà gnostica Barbelos.
5) “Metanoia” irrompe a seguire di un breve estratto dal “Kyrie” nella Messa a 5 voci di Byrds (non nascondo che qui per me è stato un po' tributare Paul Chain nella sua “Armageddon”). Punk veloce e rabbioso, al limite dell'epilessia, ma oscuro e viscerale come i primi Killing Joke. Il testo parla dell' Arcangelo Ditruttore, come simbolo di spazzare via ogni scoria limitante dalla nostra vita. Il desiderio di un cambiamento, a ridosso della conversione del negativo.
6) “The Vulture's Mouth” è la Morte, vista come compagna inseparabile di vita, qui con noi dall'esatto momento in cui iniziamo a percepire e sentire nell'utero fino alla dissoluzione finale. Niente di macabro o negativo, anzi, i toni sono simili a quelli di una lettera d'amore ibridamente triste-felice. Musicalmente, un'atmosfera simil-western si è impossessata di me prima che il pezzo andasse a finire decisamente oltre e altrove.
7) “Mania” immagina la nostra vita come il sogno di un dio che sta dormendo, in cui riusciamo a percepirlo nei nostri sogni. L'ansia generale scaturisce dal chiedersi cosa succederebbe davvero se questo dio si dovesse svegliare all'improvviso. E' un simbolo della caducità della vita. La canzone è terrificante... non riesco a non avere una certa soggezione di essa ogni volta che l'ascolto. Probabilmente avevo in circolo tanta tensione emotiva quando l'ho scritta e registrata. C'è di tutto: urla, sensualità, chitarre darkthroniane, accordi gelidi alla Christian Death, tanto Goth, ottoni minacciosi... sembra come se provenisse da un'era molto antica ed oscura del genere umano, e probabilmente è da lì che mi è pervenuta!
8) “Martyrium” appartiene alla primissima fase compositiva di quello che poi sarebbe stato “Via Negativa”. I ritmi più ossessivi e marziali, molto Doom, mi hanno dato una notevole libertà di lasciar fluire molte mie influenze, prima di tutto quella Quorthon/ Bathory, soprattutto per la dimensione corale, poi Death SS, primi Metallica... Il testo apre una parentesi lirica sui Saturnali, prendendo come riferimento la storia di San Dasio, decapitato ritualmente al culmine della festività. Qui si immaginano i pensieri di quell'uomo e la vita che gli scorreva davanti, all'interno del grottesco binomio contestuale festa-morte.
9) “Uranian (Ad Gratiam)” è uno di quei pezzi impegnativi, quasi 9 minuti, tensione altissima, beat e giri nervosissimi... E' stato composto in diversi momenti, è davvero cresciuto con il disco. Testo apparentemente molto contorto, le immagini affluite si susseguono veloci e io le ho accolte e cantate esattamente così come si sono palesate. Il senso è liberarsi dalla morsa gelosa dei profeti e delle loro leggi, dal karma, dal destino, affinchè si possa ricevere la conoscenza inavvertitamente, senza falsi emissari. Anzi, si parla addirittura di provvidenza, ma, come il concept dell'album vuole, si mette anch'essa in dubbio, chiedendosi “dove sia la fregatura”.
10) “The Seven Bells Of Doom” è stata, come già detto, tra le primissime cose ad essere state scritte, infatti già veniva sfoggiata nel mini del 2017, “Mania”. Tribalità pesante contrapposta ad accordi dark fluttuanti in un etere tossico e deformato, mood sonoro che musica un testo appartenente allo stesso concept di “Martyrium”, magari qui approcciato con più amarezza.
11) “Spiritual-Critical Gothic” è, insieme alla versione definitiva di “Uranian (Ad Gratiam)” e “Lamma Sabactani”, tra le ultimissime cose ad essere state inserite in “Via Negativa”, che da 8-tracks album iniziale è andato così a crescere titanicamente! Questo è uno di quei brani che possono essere concepiti come 'special', magari considerati più leggermente rispetto ad altri, in quanto privi di riff di chitarra, drum-beats etc., ma per me ha lo stesso 'peso' delle altre canzoni, anche perchè, come anche tu ormai avrai notato, amo sempre inserire un pezzo atmosferico e 'ambient' all'interno dei miei lavori solisti, un po' come per “Shitlist” dei miei vecchi The Wet sul mini-album “The Largest White Guilt” (https://thewet1.bandcamp.com/album/the-largest-white-guilt)... Mi è stato detto che assomiglia un po' a tante cose, Current 93, Enigma, addirittura Manson, non saprei, probabilmente contiene in sé tutto ciò. Inizialmente gli accordi apripisti di tastiera erano semplicemente una sorta di mini-intro alla primissima versione di “Uranian...”, poi ho sentito che dovevo... 'approfondire' e così è stato. Le parole sono liberamente prese dalle lettere “eretiche” di Madre Teresa di Calcutta, in cui esterna tutti i paradigmi della disillusione spirituale... Qui il Dubbio viene superato e quasi sorpassato da una certezza di assenza. Ho cantato questi passi su un tappeto di tastiere e un distante djembe, per un tocco esotico che sentivo fortissimo, come se stessi musicando una Gerusalemme evanescente.
12) Anche “Firechild” fece un po' da incipit all'intero progetto, anzi mi ricordo che una sua prima versione fu elettronica e concepita per l'altro mio progetto Industrial Rock/ Synth Pop IMJUDAS, ovviamente prima che ne carpissi i toni così oscuri e ipnotici, perfetti per l'arrangiamento che poi è stato. Di questo brano sono estremamente legato all'assolo e alla parte finale, estremamente densa ed epica, in pieno stile viking-Bathory. Sono molto contento anche delle partiture di basso, molto groovy e indipendenti dalla concezione di semplice potenziamento delle chitarre. Questa è proprio una ricorrenza nell'intero album su cui tengo a far luce, e per cui figure come quelle di Geezer Butler, Cliff Burton e Jean-Yves “Blacky” Thèriault hanno assunto valore quasi patronale. Liricamente, il bambino del fuoco è figlio della certezza silente dentro di noi, di quella verità che soggiace a tutti noi e che può far paura, perchè saprebbe benissimo distruggere ogni sovrastruttura del nostro Io sociale e storico.

Personalmente sono rimasto colpito da ‘Lamma Sabactani’, ‘Mania’ e ‘Firechild’ ma c’è una traccia secondo te che esprime al meglio quello che è il sound del progetto?
Penso tu abbia centrato i punti principali di affluenza identitaria dei Black Shine Fever. Come sopra, “Lamma Sabactani” rivela tutto, sia esplicitamente che velatamente. Così come “De Profundis Clamavi/ Disincarnate”. La prima lo fa concisamente, la seconda dilata dall'interno. Ad ognuno la propria scelta.

Dove si sono svolte le registrazioni? Ti sei avvalso di altri musicisti?
Nei miei studios, dove mi occupo anche degli Helalyn Flowers, come di tanti altri lavori come arranger e producer per artisti e bands esterne. No, nessun musicista esterno. Non volevo alcun 'tocco' all'infuori del mio.

A livello di produzione e mixaggio ti sei ispirato a qualche album in particolare?
Diciamo che ho impiegato tanto tempo proprio perchè ho voluto cercare e trovare il mio sound. Oggi mi dispiaccio di come in giro tutto suoni noiosamente uguale e pre-settato. Penso sia importante per un artista avere il coraggio di essere sé stesso fino in fondo, in barba alle mode del momento. E preferisco di gran lunga un sound in cui una “scorrettezza” si erge a qualità e peculiarità, anziché il compitino applicato a canzoni mediocri. Ci sono stati dischi a cui ho pensato molto durante la realizzazione di “Via Negativa”, e il primo che mi viene in mente è “Hammerheart” dei Bathory, la cui solennità e distanza del suono mi ha sempre assuefatto. Io ho sempre cercato l'atmosfera in un album, quindi assolutamente 'wall of sound', a pile proprio, riverberi, anche suoni coraggiosi, batterie esplosive e voci ambientate: questi, alcuni dei punti cardine dell'approccio che condivido. Non condivido molto, invece, certa mania del 'vero' (ad eccezione di alcuni casi in cui contribuisce ad una sua specifica atmosfera!). Altri album in cui possiamo in parte specchiare “Via Negativa” sono “Nightfall” dei Candlemass, “Master Of Puppets” dei Metallica, “Floodland” dei Sisters Of Mercy, “Ashes” dei Christian Death...

Una volta passata la pandemia, pensi di portare il progetto dal vivo? Hai già pensato a qualche musicista da coinvolgere?
C'ho pensato, ma... no. Il progetto è nato come mio solista da studio e ho imparato che quando si parte così la via della band è spinosa e incostante. Portare Black Shine Fever su un palco significherebbe coinvolgere almeno 5 persone, escludendo me alla voce, con l'obbligo di attenersi scrupolosamente all'esecuzione e ai suoni dell'album, altrimenti non ne vedrei il senso. Non voglio assolutamente rischiare di ridimensionare il sound di “Via Negativa”, per cosa poi? Per ora... tutto il mondo ha la possibilità di ascoltare e godersi il disco immaginando ciò che vuole. E per me non è da definirsi 'poco'.

La copertina a cura di Noemi Aurora è bellissima. Ormai, Helalyn Flowers a parte, la vostra è una simbiosi totale. Ti ha dato dei suggerimenti importanti durante la creazione di ‘Via Negativa’?
C'è tanto di lei in “Via Negativa”, ma anche solo per il fatto che la sua presenza per me è tutto. Da qui scaturisce tutto ciò che si vede dal 'di fuori', la nostra opera artistica è anche manifestazione di un'alchimia perpetuamente in atto. Con l'illustrazione di copertina, penso abbia creato un suo personale capolavoro, da intendersi assolutamente anche come opera a sé, elusa dall'album e a prescindere dal legame demiurgico che ne condivide. Penso che, con “Via Negativa”, lei abbia avuto anche modo di mostrare il suo operato in territori musicali più oscuri ed estremi. Consiglio caldamente alle band di andare a farsi un giro nel sito della sua art-factory: www.toxic-visions.com Durante la realizzazione dell'album, certo, Noemi mi ha dato preziose dritte sull'utilizzo della voce, in più ha suonato il basso nella parte finale di “Uranian (Ad Gratiam)”.

Cosa dobbiamo attenderci allo scoccare delle sette campane del doom?
Sacrificio. Morte. Sangue inutilmente offerto agli dèi dell'ignoranza e della superstizione. Vite spezzate dai mostri del tempo e dai fantasmi della religione. I soliti vecchi schemi della miseria umana truccati e imbellettati per le bipedi prede di ogni epoca.

Le influenze sembrano essere molteplici: Bauhaus, Sisters Of Mercy, Christian Death, Tiamat, Moonspell, il black metal norvegese e addirittura Marilyn Manson. Ritieni che Black Shine Fever sia più legato alla musica dark degli anni ‘80 o del decennio successivo?
Ha il cuore negli anni '80. Decisamente. Gli anni '90 sono la decade in cui ho vissuto la mia adolescenza, anche musicalmente parlando, dopo comunque aver vissuto e consumato l'ultima fase degli '80. Dei '90, al di là del Dark in senso stretto, Nirvana e Faith No More mi hanno influenzato enormemente, e ti parlo proprio a titolo mio di artista e autore, a prescindere dalle singole identità delle mie band. In Black Shine Fever c'è tanta di quell'incertezza languida e tossica di “Nevermind”, penso ve ne sia traccia ovunque, come di “Angel Dust”. Credo siano riferimenti molto naturali a cui probabilmente uno non pensa immediatamente perchè magari persuaso dal vestito dark e gotico. Che poi... che cosa vorrà mai dire tutto ciò? Io, per esempio, sento molto più Dark/ Goth in una “Come As You Are” che in mille moderni gruppi presunti tali. Allo stesso modo in cui ne avverto tantissimo nell'album “Adore” degli Smashing Pumpkins, altro mio personale pilastro di influenza ed ispirazione, che assolutamente tengo a citare assieme a “Loved” dei Cranes, “Fairytales of Slavery” delle Miranda Sex Garden e “Dio Dio Dio” dei Madre Del Vizio. Questi sono i miei autentici anni '90 “dark”.

Sei coinvolto davvero in tanti progetti. A cosa stai lavorando attualmente? Quali sono le prossime uscite in previsione?
In questi giorni sto terminando il mixaggio del nuovo album degli Helalyn Flowers, “Airesis”, che uscirà a fine anno. Dopodichè, mi metterò in testa di ultimare anche il debutto su full-length di IMJUDAS, su cui sto già lavorando da molto tempo e che punto di far uscire anch'esso entro quest'anno. Black Shine Fever darà un seguito a “Via Negativa”, anzi, il disco è già scritto da un po', si intitolerà “Evcharistia Dolorosa”, ma conto di pubblicarlo non prima del 2021 inoltrato. Molto probabilmente farò uscire un EP prima con del materiale appositamente scritto e che sappia fotografare gli “attuali” Black Shine Fever. Gli Helalyn Flowers rimangono comunque la mia occupazione principale, ma penso che per i prossimi 5 anni IMJUDAS mi darà molto da fare, anche perchè c'è un progetto discografico già stabilito e contrattualizzato, quindi... penso se ne sentirà parlare parecchio. Per il resto scrivo sempre tantissima musica e testi, chi mi conosce bene sa che sono da sempre inarrestabile in questo! Col tempo, registro sempre meno materiale perchè è un processo che richiede tanta energia ed io devo indirizzarla a delle priorità, soprattutto lavorative, visti anche i miei impegni professionali come arranger e producer. A tal proposito, ora sto lavorando al nuovo album degli Elyose, modern symphonic metal band Francese con voce femminile, in veste di autore delle parti elettroniche ed orchestrali. Sono anni e anni che tengo nel cassetto un mio personale repertorio totalmente diverso, che aggiorno annualmente e che spero di concretizzare presto, con un sound assolutamente non stratificato e prodotto come quello che creo di solito, decisamente figlio dell'Hard Rock più primigenio, Aerosmith, Kiss, The Cult, roba così. A dir la verità, avrei già il “personale” pronto a dare il via all'avventura, ma dovrà essere prima di tutto un piacere e un divertimento farlo, quindi si presume che uno ne abbia il tempo!

(parole di Maxx Maryan)

Black Shine Fever
From Italia

Discography
Via Negativa - 2020