Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Andrea Comandini mosse i suoi primi importanti passi musicali con la Mineral Water Band, meglio conosciuta da pubblico e addetti ai lavori come MWB. Rispetto agli esordi rockeggianti e pieni di chitarre di fine anni novanta, l’artista romagnolo, appena messa in soffitta la band, ha deciso di intraprendere una strada cantautorale costellata di tanti album che andrebbero (ri)scoperti, visto la profonda qualità che hanno in dote. “I Vinti”, ultima fatica del buon Comandini, è un lavoro molto introspettivo e cantautorale, intriso di elettronica come si può immediatamente notare con l’opener “Albatros”, gelida e fredda con tanto di spoken word inserito nel mezzo della canzone. Le aperture melodiche non mancano e sono davvero impressionanti come nel caso di “Quasar” e “Non Esistiamo Affatto” che risaltano il talento compositivo del musicista romagnolo. “Flagey”, invece, è un esempio di pezzo minimale che viene fuori alla distanza, mentre “Il Disgelo” è una ballata intima e acustica che crea delle immagini quasi bucoliche. Il disco viaggia sempre su toni malinconici (“L’Albero”) e con riferimenti agli anni ottanta (“La Terra Trema”), tanto che in quest’ultimo estratto sembra far capolinea l’immagine di Lucio Battisti. Insomma, in questo platter, ci sono moltissimi elementi di riflessione e parecchi spunti di rilievo su bisognerebbe scrivere in maniera copiosa per capirne l’insita bellezza. C’è poesia, c’è musica e c’è tanta arte in Marquez, un personaggio che rientra in quella classica cerchia di artisti a tutto tondo che non conoscono la parola banalità nel proprio vocabolario.