Il secondo lavoro in studio del gruppo di origini serbe è costruito quasi totalmente sulla personalità vocale di Dragica Maletic, inglese incerto ma timbro in grado di soddisfare i palati più esigenti. ‘Asylum’ è aperta da un riff che più hard rock non si può ma bastano pochi secondi per calarsi in atmosfere symphonic metal piuttosto classiche. A non convincere sono soprattutto gli arrangiamenti orchestrali; si ha spesso la sensazione che alcuni elementi siano stati aggiunti al computer in maniera piuttosto forzata. Le tastiere di Sinisa Mladenovic spesso non sono amalgamate con il tessuto strumentale (‘Leaden Skies’) e la batteria è troppo bassa nel missaggio. I progressi migliori, rispetto all’EP ‘The Silent Moon’ ed al debutto ‘Still Life’, sono più che altro da riscontrarsi nella stesura delle linee vocali (‘Curtain's Fall’ e ‘Timekeeper’) e nel riffing di Julius Velker che fa di tutto per distinguere la propria band nel folto panorama internazionale. Il carisma e l’indiscutibile bellezza della cantante potrebbero fare la differenza dal vivo ma per annientare la concorrenza c’è ancora bisogno di qualche accorgimento.