Stavolta il cantautore originario di Detroit, ormai da anni però residente a New York e membro di Asthmatic Kitty, si è inventato un disco in collaborazione con Lowell Brams, che ricordiamo per l’ibrido tra elettronica e jazz di ‘Music For Insomnia’ e ovviamente per ‘Carrie & Lowell’. ‘Aporia’ è un disco che è cresciuto nel tempo, nelle pause dai tour e negli spazi tra una sessione di registrazione e l’altra, quando a detta dell’autore il novanta per cento del materiale è inascoltabile ed il dieci per cento pura magia La prima sorpresa è quindi notare quanto sia omogenea una scaletta che non è stata pianificata se non passo dopo passo. La seconda è riscoprire un Sufjan Stevens spontaneo e sperimentale, un po' più lontano del solito dalle atmosfere indie folk colorate che lo hanno reso famoso. ‘Aporia’ è un disco da ascoltare in camera di notte, quando viene spenta la luce ed il disagio di far parte di una società in cui è difficile riconoscersi è leggermente attenuato. Non siamo certo ai livelli di ‘The Age Of Adz’, per chi scrive il suo apice fino a questo momento, ma l’esperimento è riuscito e, dopo le collaborazioni con Bryce Dessner e Nico Muhly per ‘Planetarium’, questa col patrigno non è da meno.