L’heavy metal è alla base di tante storie bellissime che meritano di essere raccontate anche se i protagonisti in questione non hanno avuto il riscontro sperato o addirittura si sono trascinati per anni, a dispetto delle buone idee o della volontà di emergere. I Tokyo Blade nacquero a Salisbury, in Inghilterra, dai membri dei Genghis Khan e si imposero nel giro di un paio di anni come una delle più promettenti nuove realtà devote alla NWOBHM. Il loro debutto è epico, l’EP ‘Midnight Rendezvous’ una gemma da collezione, ma dopo l’addio di Alan Marsh e l’ingresso in line-up di Vic Wright – in seguito nei Johnny Crash, in cui militarono pure Matt Sorum e Dizzy Reed – le cose non andarono bene. L’etichetta di allora, la Powerstation Records, chiedeva sonorità più americane e così i Tokyo Blade si misero a fare il verso ai Van Halen suscitando più critiche che elogi. Andy Boulton tentò di andare avanti con altri cantanti ma senza successo. ‘Unbroken’ è il primo full lengt dai tempi di ‘Thousand Men Strong’, un buon lavoro, registrato come si deve e prodotto da Chris Tsangarides (Judas Priest, Helloween), che però soffriva di mancanza di carisma vocale. Col ritorno di Alan Marsh al microfono i vecchi fan saranno felici e gli appassionati di Iron Maiden, Samson e Scorpions (il riff di ‘Bullet Made Of Stone’ non ammette repliche) approveranno. Un omaggio alla old school che diverte e costringe a fare ricerche su un passato, forse non glorioso ma senza dubbio intrigante.