‘Vertical Horizon’ ha tre pregi indiscussi. Il primo è che un disco metal dalla prima all’ultima nota. Scordatevi le produzioni plastificate, le melodie delicate o le ritmiche bombastiche poi dal vivo si dissolvono nel nulla. Questo è un disco che trasuda energia live da tutti i pori e sembra scritto apposta per essere portato in tour in tutta Italia e magari pure all’estero. Il secondo pregio è quello di trasmettere una sensazione di solidità dopo il cambio di line-up che aveva rischiato di vanificare tutti gli sforzi profusi ai tempi dell’ottimo EP ‘It Tastes Like Sugar’. Oltre che bellissima, Martina Cleo Ungarelli non ha avuto alcun problema ad occuparsi delle parti vocali e la sua sostituta dietro le pelli, Elisa Helly Montin, ha dimostrato fin da subito l’attitudine giusta. Il terzo pregio, non meno importante degli altri, è che ‘Vertical Horizon’ è un disco tutto al femminile. Un disco che spacca tutto al femminile. In un periodo storico in cui ancora abbiamo bisogno di manifestare per i diritti delle donne o denunciare la violenza contro il sesso più debole, sebbene solo in apparenza, il messaggio che accompagna le presenti tredici tracce è quanto mai significativo. I suoni sono stati curati assieme a Francesco Altare, presso il 33HZ Studio di Trezzo sull’Adda, e sotto la supervisione artistica di Titta Morganti (Mellowtoy) e gli apici in scaletta sono senza dubbio ‘Lullaby’, tutt’altro che una ballata, ‘Don’t Give a F**k’ e ‘Tearing All Your Words Down’. Tra influenze punk, rock stradaiolo e dinamiche robuste e moderne, le Killin’ Baudelaire hanno fatto centro con un’opera prima su lunga distanza che merita tutto il vostro supporto.