Il posticipo della pubblicazione di quest’album è sembrato a tutti un po' strano ma ‘Everyone Around Me’ è comunque un esordio promettente per una band che non ha di sicuro scelto la strada più facile per fare soldi e imporsi nel mercato musicale. Per non rischiare di finire intrappolati nella melma delle centinata di formazioni alternative rock statunitensi, i CommonWealth hanno rimpolpato le loro canzoni di influenze post-hardcore e pop punk che lasciano intendere la ricerca di un pubblico di estrazione prevalentemente giovanile. Per loro una chitarra, quella di Brett Chiodo che sa il fatto suo, è sufficiente e Tyler St. Clair è un buon frontman, capace di catturare l’attenzione di chi ascolta e autore di liriche meno banali del solito. ‘Runaway’ e ‘Fathers’ sono sorrette da melodie piuttosto commerciali e ordinarie ma in scaletta trovano posto anche pezzi più personali come ‘Fear’ e ‘Vinyl’ che danno la misura del potenziale dei ragazzi. Una discreta base di partenza per costruirsi una solida fanbase grazie alle performance dal vivo anche se resta da chiarire quello che sarà l’effettivo supporto di un’etichetta come SharpTone che solo negli ultimi mesi ha messo a segno colpi importanti quali Emmure, While She Sleeps, Being As An Ocean e Send Request.