Un altro gran bel lavoro in studio a cura del quartetto di Philadephia che però stavolta tende un po' a ripetersi. Fare meglio di ‘Tired Of Tomorrow’ era effettivamente complicato e la componente hardcore degli esordi è stata praticamente azzerata a favore di una ricerca melodica che si muove in territori shoegaze, post punk e grunge. Nel frattempo un’altra disgrazia si è abbattuta su Domenic Palermo, che dopo avere trascorso un paio di anni della sua vita in carcere ha scoperto di soffrire di una forma neurodegenerativa. La copertina del disco è tremendamente efficace perché sul serio il frontman riesce a trasfigurarsi, elevarsi dal proprio corpo e generare qualcosa di magico. Supportato da John Agnello in fase di registrazione e dal nuovo bassista Aaron Heard, il frontman come al solito ha tirato fuori il marcio da dentro e scritto liriche di notevole spessore abbinandole a pezzi strepitosi come ‘Blue Line Baby’ e ‘(Hope) Is Just Another Word With A Hole In It’. Altri due passaggi chiave della scaletta sono senza dubbio ‘Us/We/Are’ e ‘I Hate The Flowers’ che sembra scritta a Seattle durante una lunga giornata di pioggia. Il guitar work di Brandon Setta è sempre sopra le righe ed i rimpianti sono solo qualche episodio che ripresenta soluzioni di due anni fa senza apportare modifiche.