Un quinto lavoro in studio superlativo quello del collettivo originario di Honk Kong e ormai residente da diversi anni a Providence. Le sei tracce in questione si muovono in territori drone, doom e jazz con un’interpretazione personale della psichedelia ed un approccio ritualistico alla musica di Earth, Swans e Mono. Le iniziali ‘Quartered’ e ‘Quartz’ valgono da sole l’acquisto del successore di ‘Scarab’ che esce in collaborazione tra più etichette – tra cui la francese Atypeek Music e la statunitense Cimmerian Shade – e introducono l’ascoltatore in un suono selvaggio e sperimentale dove il mellotron e le influenze orientali rappresentano quei risvolti in più che distinguono tutta la release. Alle chitarre di Indrayudh Shome, Srinivas Reddy e Samer Ghadry si aggiungono due batteristi e due percussionisti per un impatto generale maestoso. ‘Ox’ cita gli OM e per otto minuti stimola ogni singolo nervo del corpo, ‘Onyx’ è forse il pezzo più legato al passato mentre ‘Deep Blue’ una sorta di transizione onirica prima del finale. Il mixaggio di Billy Anderson è gigantesco ed emerge soprattutto nei dieci minuti colossali di ‘Throne Of The Void In The Hundred Petal Lotus’ che chiudono l’album. Acidi e corali, i Queen Elephantine vi faranno godere.