Per chi scrive i Diamond Head rappresentano un mito al pari di Iron Maiden e Angel Witch e questo perché 'Lightning Nations' e 'Canterbury' sono capolavori assoluti che non hanno scritto soltanto la storia della New Wave Of British Heavy Metal ma di tutta la musica in genere. Stiamo parlando di una formazione che ha ispirato colossi come Metallica e Megadeth e che, grazie allo stile chitarristico unico di Brian Tatler, ha saputo arrivare fino ai giorni nostri nonostante le scarse vendite e riconoscimenti mai nemmeno paragonabili a quanto avrebbe meritato. Al fianco del leader troviamo la solida sezione ritmica formata da Eddie Moohan e Karl Wilcox, già presenti nella reunion di inizio anni novanta, e l'altro chitarrista Andy Abberley. La novità è rappresentata Rasmus Bom Anderson che si dimostra tecnicamente preparato e contribuisce a riportarci indietro nel tempo. E' grazie a lui se Brian Tatler ha deciso di incidere un altro album e, anche se appare inevitabile imbattersi in qualche pezzo derivativo, il frontman di origini danesi ha saputo ricoprire un ruolo delicato puntando sulle proprie qualità senza volere copiare nessun altro. Un pregio non da poco che si riflette in pezzi micidiali come 'Set My Soul On Fire', 'All The Reasons You Live' e 'Wizard Sleeve'. Quest'ultima sembra veramente uscire da 'Borrowed Time' e anche verso la fine della scaletta troviamo due gemme come 'Blood On My Hands' e 'Diamonds'. Per carità non siamo al cospetto dell'album che cambierà la nostra vita ma qualche lacrima è scesa comunque.