Un gothic doom di sostanza, non certo imperdibile ma che con gli anni ha saputo compattarsi e rendere più sfiziose le sue sfumature. Gli svedesi proseguono così il loro percorso verso l'ottimizzazione del sound alla Paradise Lost, Lake Of Tears e primi Anathema. La band in cui milita il chitarrista Daniel Arvidsson, che ritroviamo anche nei Mammoth Storm, era consapevole del fatto che il supporto di un'etichetta come la Napalm Records, che sta attraversando un'eccellente stato di salute, fosse un'opportunità da sfruttare senza indugi. Ecco allora 'Sovran', un disco solido e ricco di contenuti con riferimenti cospicui al passato e alle caratteristiche pregnanti del genere ma anche qualche spunto innovativo, come in 'Stellar Tombs' e 'Rivers Between Us', illuminata dalla collaborazione con Daniel Änghede dei Crippled Black Phoenix. La novità più importante è comunque rappresentata dall'ingresso in line-up di Heike Langhans al posto di Lisa Johansson e la prova della cantante sudafricana, in passato conosciuta per la militanza nel progetto industrial :LOR3L3I:, è meritevole di loda e le drammatiche tastiere di Anders Jacobsson ne esaltano le qualità. 'Heavy Lies The Crown' e 'The Marriage Of Attaris' gli episodi che faranno scattare qualcosa in più nell'animo romantico dei vecchi fans mentre 'Pale Tortured Blue' è un pezzo con cui i Draconian potrebbero ambire ad allargare il proprio spettro di riferimento fino a questo momento piuttosto limitato.