-Core
Freedom
Refused
Epitaph
Pubblicato il 01/07/2015 da Lorenzo Becciani
Songs
01. Elektra
02. Old Friends / New War
03. Dawkins Christ
04. Françafrique
05. Thought Is Blood
06. War On The Palaces
07. Destroy The Man
08. 366
09. Servants Of Death
10. Useless Europeans
Songs
01. Elektra
02. Old Friends / New War
03. Dawkins Christ
04. Françafrique
05. Thought Is Blood
06. War On The Palaces
07. Destroy The Man
08. 366
09. Servants Of Death
10. Useless Europeans

Quando l’attesa di un album è così lunga c’è il rischio di essere sospinti da un trasporto emotivo eccessivo durante la naturale fase di analisi del nuovo materiale. Un po’ come accaduto con ‘Sol Invictus’ dei Faith No More siamo stati travolti da una ondata di entusiasmo alla notizia del ritorno della storica formazione svedese. Questo perché i Refused non sono mai stati una band come le altre. I Refused sono l’hardcore punk. Nei loro sette anni di attività i ragazzi provenienti da Umeå hanno pubblicato cinque ep e tre full lenght ma soprattutto scritto da capo le regole del genere guadagnandosi la stima incondizionata dei colleghi americani ed un’ammirazione totale da parte del pubblico. Chi ha avuto la fortuna, come il sottoscritto, di vederli dal vivo ai tempi di ‘Songs To Fan The Flames Of Discontent’ e ‘The Shape Of Punk To Come’ non potrà mai dimenticarselo. ‘Freedom’ non è però soltanto “la cosa più radicale che abbiamo mai fatto, sia musicalmente che liricamente..” ma un’evoluzione enorme del suono che la band aveva raggiunto con i suddetti capolavori. Avremmo potuto lasciarci condizionare dai titoli cubitali della Epitaph o semplicemente dal desiderio di ascoltare di nuovo le grida acute di Dennis Lyxzén. Al momento dell’uscita di ‘Elektra’ avremmo potuto lasciarci fregare da quella linea melodica scarna su una base maledettamente rock ed un testo da brividi. Così non è stato ed è anche per questo motivo che ho preferito aspettare qualche giorno in più prima di parlarvi dell’album. Difficilmente nell’anno in corso vi imbatterete in tanta energia ed in questo caso c’entrano poco le suddivisioni di genere. Se le chitarre sembrano quelle dei Black Flag o dei Rage Against The Machine oppure se non desideriamo allontanarci troppo quelle dei Backyard Babies. Kristofer Steen è un mostro e l’assenza di Jon Brännström non si avverte minimamente. Alla batteria troviamo sempre David Sandström ed il tessuto ritmico sembra l’incrocio ideale tra gli esordi della band e le direzioni parallele intraprese con Text e The (International) Noise Conspiracy. Le liriche sono destabilizzanti come un tempo e la produzione è stata devoluta a Nick Launay (Arcade Fire) e Shellback (Taylor Swift). Niente di più lontano dalla musica dei Refused eppure funziona. Funziona eccome e Dennis Lyxzén, non più adolescente, ringrazia sfoderando una prestazione da brividi. 'Old Friends/New War', 'Françafrique', 'Destroy The Man' e ancora '366' e 'Servants Of Death' sono nuovi anthem su cui costruire un'altra ascesa vertiginosa. La certezza è che in sede live non avranno rivali come una volta.

 

Refused
From Sweden

Discography
1994 - This Just Might Be... the Truth
1996 - Songs to Fan the Flames of Discontent
1998 - The Shape of Punk to Come
2015 - Freedom
2020 - War Music