Ogni tanto serve un album per spezzare la tensione, perché non se ne può più delle melodie insulse che passano in televisione o in radio o ancora perché volete zittire la vostra compagna che si lamenta da ore. 'The Suffocating Darkness' è proprio quel tipo di album. Non è bello da vedere, non è gentile ma soprattutto non è disposto a compromessi per fare piacere a qualche etichetta. E' cupo, tirato, a tratti quasi volgare nel suo infame incedere rudimentale. Al loro debutto i Soulburn non erano altro che gli Asphyx senza Martin van Drunen e 'Feeding The Angels', registrato con Harry Wijering, ebbe discreta fortuna nel catalogo della Century Media verso la fine degli anni novanta. Poi dei Soulburn non si è saputo più niente fino a quando Bob Bagchus e Eric Daniels, anche nei Grand Supreme Blood Court altra band che gravitava nell'orbita degli autori del fenomenale 'The Rack', non hanno deciso di riesumare il progetto avvalendosi dei servigi di Remco Kreft e Twan van Geel. L'ingresso in line-up del nuovo chitarrista dei Legion Of The Damned, qui al microfono, è il motivo di uno spostamento radicale dal caratteristico suono death degli Asphyx ad un doom più viscerale ed influenzato dai primordi del black. 'Under The Rise Of A Red Moon' e 'Black Aura' vi riporteranno ad i tempi in cui Celtic Frost e Bathory delineavano le coordinate del genere con riff malvagi e stacchi atmosferici di prim'ordine. 'The Mirror Void', 'Absinthesis/Hymn Of The Forsaken II' e 'Claws Of Tribulation' i frangenti che godono maggiormente del mixaggio vecchio stile di Dan Swanö. L'album perfetto per togliersi di dosso un po' di nervoso.