Un assurdo mix di sensazioni mi pervade mentre 'Sun Down', uno dei due episodi di questo album che vede protagonista Tirzah, mette alla prova i bassi del mio stereo. Lo stato di grazia in cui è tornata la voce di 'Karmacoma' viene confermato dal successore di 'False Idols', capitolo numero undici di una discografia invidiabile, che ne segue principi e struttura proponendo tredici tracce da brividi capaci di riflettere l'intera carriera dell'artista britannico. Non fate l'errore di giudicarla solo elettronica perché 'Adrian Thaws' è una cinica autobiografia di un personaggio che ha sempre saputo sfuggire da catalogazioni superficiali e stupidi giudizi di massa. Il pop è presente in 'Adrian Thaws' ma viene sporcato ad arte da chi ha calcato i palchi di tutto il mondo e subito le richieste di collaborazione più indecenti. Al suo fianco, oltre alla newcomer che si è fatta conoscere con un mixtape prodotto da Mica Levi, troviamo la fantastica Francesca Belmonte, vera sorpresa dell'album precedente, Nneka e Bella Gotti, Mikky Bianco e Blue Daisy. Ospiti di eccezione per un prodotto che ci riconcilia col trip hop e ci spinge a scavare all'interno della nostra anima per trovare i ricordi più datati. Atmosfere plumbee, rap tagliente, retaggi house, rispetto per la storia del jazz ed una perfetta fusione tra passato e presente accompagnano passaggi sublimi come 'Nicotine Love', 'I Had A Dream' e 'Silly Games'. Il processo di riciclo viene esaltato da aperture grunge come 'Keep Me In Your Shake' che è stata costruita sul riff di 'Heaven Beside You' degli Alice In Chains. 'Gangster Chronicles' e 'My Palestine Girl' servono a mantenere quel profilo duro e politico che Tricky ha saputo guadagnarsi in anni di carriera e impegno sociale mentre 'Right Here' si ricollega alle temperature bollenti di 'Maxinquaye' quasi volendo prendersi gioco dell'ascoltatore. Non ci sono dubbi sul fatto che aprire la propria etichetta e liberarsi delle pressioni dell'industria mainstream abbia fatto bene al nativo di Knowle West e noi non possiamo fare altro che goderne.