-Core
Kveikur
Sigur Rós
XL Recordings
Pubblicato il 13/06/2013 da Lorenzo Becciani
Songs
1. Brennisteinn
2. Hrafntinna
3. Ísjaki
4. Yfirborð
5. Stormur
6. Kveikur
7. Rafstraumur
8. Bláþráður
9. Var
Songs
1. Brennisteinn
2. Hrafntinna
3. Ísjaki
4. Yfirborð
5. Stormur
6. Kveikur
7. Rafstraumur
8. Bláþráður
9. Var
Ci sono pochi dubbi sul fatto che l'arte degli islandesi sia in grado di trasmettermi emozioni uniche. Nessuna altra band è capace di scherzare così tanto con il mio cuore. Confesso che aspettavo l'ennesima svolta in seguito all'abbandono di Kjartan Sveinsson, soprattutto dopo che il sangue mi si era gelato nelle vene ascoltando 'Brennisteinn', ma lungi da me affermare che avrei pensato di essere travolto in questo modo. Ogni respiro è affannoso. Qualunque pensiero è ammorbato dalle note, pesanti come macigni, che delineano il magnifico incedere sonoro. E allora barcollo. Non dormo la notte. Mi giro nel letto nervosamente all'idea di trovare le parole per descrivere cotanto afflato. Esattamente come successo per 'Valtari' la recensione di 'Kveikur' è una gestazione. In una delle liriche introduttive di Ossi di Seppia, Non chiederci la parola che squadri da ogni lato, Eugenio Montale esclama: ?Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.? Così l'autore sottolinea la negatività della condizione esistenziale logorata dalla natura. Gli ossi di seppia sono una metafora che serve a descrivere l'uomo, che con l'età adulta viene allontanato dalla felicità della giovinezza e abbandonato alla sofferenza, sulla terra come un inutile osso di seppia. Endoscheletri rilasciati sulla spiaggia dalle onde del mare, quindi, presenze inaridite e ridotte al minimo, che simboleggiano una poetica scabra ed essenziale. Un po' come avviene con corde consunte da famelico oro fuso, lava che illumina la notte e corpi che si intrecciano in figure pansessuali. La perdita del polistrumentista è stata sicuramente importante e la riprova viene dal fatto che dal vivo il nucleo originario composto da Jónsi Þór Birgisson, Ágúst Ævar Gunnarsson e Georg Hólm verrà affiancato da altri due musicisti. Questo non ha impedito di dare alle stampe un altro capolavoro assoluto. Di giocare con i nostri battiti cardiaci, rallentando ed accelerando a loro piacimento. Di recuperare la frenesia intellettuale di '( )' in un contesto molto più fruibile. A lasciare atterriti è l'immediatezza di certi passaggi che chiamano in causa il pop, prevedono cori gioiosi e vengono arricchiti da strumentazioni infantili. I crescendo che ne derivano sono fantastici e le gelide fiabe raccontate dallo stravagante leader non si pongono più alcun limite. I Radiohead di 'The King Of Limbs' vengono spazzati via da due brani compiacenti quali 'Ísjaki' e 'Bláþráður' ed in generale l'intero album sembra possedere una linearità che in passato veniva celata a favore di una maggiore profondità. In questo senso i Sigur Rós potrebbero apparire meno oscuri ma in realtà i feroci stacchi ritmici, che nascono dall'improvvisazione e tagliano in due 'Stormur' e 'Rafstraumur', raggiungono livelli di intensità ancora superiori. La livida spettralità melodica di 'Takk...' viene ripresa in 'Hrafntinna' e il sogno continua. Sempre più spaventoso.
Sigur Rós
From Islanda

Discography
1997 Von
1999 Ágætis Byrjun
2002 ( )
2005 Takk...
2007 Hvarf-Heim
2008 Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust
2011 Inni
2012 Valtari
2013 Kveikur
2023 Átta