Mi trovo a difendere una band che a mio avviso col passare degli anni è stata, non sempre a ragione, sottovalutata e derisa per l’evidente immobilità sonora spesso scambiata per involuzione. Difficili se non impossibili da spostare (in tutti i sensi), i Crowbar non verranno certo ricordati come innovatori del genere, su questo non ci piove, ma è altrettanto indubbio che hanno dalla loro una carica scura e malata che li rende una delle band più indicate a suonare il sabba giù nell’inferno… L’uscita di ‘Equilibrium’ mi da modo di riflettere sul fatto che non deve essere facile portare tutta la vita il numero 2, essere superati da tutti e arrivare sempre dopo ma i Crowbar delle mode e dei trend che si moltiplicano non ne vogliono proprio sapere e continuano per la loro strada più forti di prima. Alla faccia di chi li vorrebbe morti i ragazzacci di New Orleans pubblicano un ultimo lavoro che è come un immenso calderone dove si trova di tutto a partire dai Pantera di ‘Vulgar display of power’ per arrivare ai maledetti Eye Hate God passando dai fondamentali Corrosion of Conformity. Figlio illegittimo di quel progetto che dietro al nome Down nascondeva la rabbia del sud e una voglia innata di scappare dal degrado sociale, ‘Equilibrium’ non porterà nulla di nuovo ma cosa aspettarci da un lavoro a caso dei Pro Pain con le chitarre distorte al massimo ?? La chitarra di Sammy Duet (un passato negli Acid Bath) è una muraglia insuperabile che rivendica potere e un successo sempre sfuggito nelle fenomenali ‘Uncovering’ e ‘Down into the rotting earth’. A parte una leggera iniziazione all’uso di campionatori e synth e un certo incedere hardcore che sbuca qua e la (che abbiano deciso di imitare i Poison Idea vista la stazza ??) per il resto sono sempre i soliti vecchi Crowbar. A voi decidere se mentre il crossover è alle stelle è un bene o un male.