Nell’ultimo anno e mezzo si è parlato moltissimo degli Hatebreed che dopo aver infiammato l’Ozzfest con i loro set devastanti (veramente ai limiti delle possibilità umane) hanno rinviato più volte la pubblicazione di questo che è senza ombra di dubbio il momento della svolta per tutto il genere. ‘Perseverance’ raccoglie canzoni che rappresentano al meglio l’hardcore del nuovo millennio con la tecnologia a servizio dell’aggressività e dell’impatto. Mai si era sentita una produzione così (grazie a Matt Hyde) per un disco hardcore. In un certo senso dopo il successo degli Slipknot è il filo conduttore che mancava tra il successo di un gruppo estremo (?) come quello di Des Moines e la lenta infinita ebollizione della scena hardcore underground condannata all’oscurità dal primo momento. La macchina Hatebreed oliata alla perfezione dagli anni passati nel carrozzone della Victory si muove attorno alla pericolosa figura di Jamey Jasta leader impeccabile di un gruppo che desidera esprimere solo sentimenti negativi e violenti. Jamey lacera le sue corde vocali in ‘You’re Never Alone’, dirige il poderoso incedere di ‘Proven’ e sfoga tutta la sua rabbia nelle words di ‘Unloved’. Come se la title track non facesse abbastanza male o la grandissima ‘Final Prayer’, che vede la presenza (fondamentale) di Kerry King degli Slayer, non valesse da sola la spesa per il cd. ‘Perseverance’ è un concentrato impressionante di violenza nemmeno lontanamente immaginabile, se non avete paura fatevi avanti. Hardcore alla svolta?