Adesso suona sotto il moniker Cinder Well e vive nei pressi di una chiesa cattolica di County Clare ma in passato Amelia Baker ha fatto parte di Blackbird Raum, una anarcho-punk folk band ispirata dalle opere di William Blake e George R. Stewart, e Gembrokers. Del trasferimento dalla California all’Irlanda, dalla presa di contatto con una realtà molto religiosa alla solitudine generata prima dal nuovo ambiente e poi dall’emergenza sanitaria, c’è molto in ‘No Summer’, terzo lavoro che chiude una sorta di trilogia iniziata con l’omonimo esordio e proseguita con ‘The Unconscious Echo’. Se i primi due lavori avevano già messo in luce le doti della ragazza, gran voce e sensibilità unica, il presente album è semplicemente perfetto. I suoni, ottenuti assieme a Nicholas Wilbur (Angel Olsen, Mount Eerie), sono organici e illuminati ed il doom folk che caratterizza una proposta dark ed evocativa, in bilico tra la tradizione degli Appalachi e la storia dei Celti, è di una originalità pazzesca. A tratti si rimane sbigottiti dal potere sciamanico di una voce, accompagnata dalla viola di Marit Schmidt e dal violino di Mae Kessler, che non pare avere confini; scorrono ‘Wandering Boy’ e la title track e poi ci s’imbatte nei nove minuti di ‘Our Lady’s’ e, sul serio, non si capisce più nulla. Innamorati alla follia di questo angelo sbucato dal nulla, è impossibile non farsi trascinare in un viaggio tra storia e realtà, passione e magia, fervore cinematico e rapporto con la natura, che ha in ‘Old Enough’, ‘Queen Of The Earth, Child Of The Skies’ e ‘From Behind The Curtain’ altri apici assoluti. La risposta al tremendo senso di incertezza generato dal momento che stiamo vivendo.