Ho sempre avuto un grande feeling con i Vitja. Sarà per le loro influenze nu metal o per l’eccellente impressione che mi lasciarono la prima volta che li vidi dal vivo. Dopo ‘Mistaken’ e l’abbandono di David Beule, coinciso con il passaggio da Century Media a Arising Empire, è sicuramente iniziata una nuova era per i tedeschi. L’impressione è che abbiano perso qualcosa in termini di cantato; Gabriel Spigolon è infatti un ottimo frontman metalcore ma non possiede l’aggressività e l’approccio schizofrenico che caratterizzava il suo predecessore. Oltre a questo ‘Thirst’ propone un sound più intransigente e ligio alle regole, di conseguenza anche più prevedibile, rispetto a ‘Digital Love’ (con cui la band fece un po' il verso ai Bring Me The Horizon) e il suddetto ‘Mistaken’. Le parti di chitarra di Vladimir Dontschenko, registrate ai Sureshot Studios di Daniel Keller, sono sempre di alto livello (‘Back’ e ‘Breathe’) ed il pezzo che vede la collaborazione con Carlo Knöpfel dei Breakdown Of Sanity (‘Silver Lining’) è senza dubbio un buon biglietto da visita per la nuova line-up. Allo stesso tempo ‘Thirst’ non convince pienamente e con tutta probabilità servirà per assestarsi e prendere confidenza tra i membri.