Non nutro dubbi sul fatto che il tour di supporto a ‘Simulation Theory’ sarà fantasmagorico dal punto di vista della produzione, della scenografia e degli effetti speciali in generale. Premesso questo, i Muse sono diventati noiosi in studio, i loro arrangiamenti suonano fini a sé stessi ed i virtuosismi scorrono come ad una sfilata di moda senza un senso preciso. Poi per carità, trovare band di questa sostanza nel panorama musicale moderno non è affatto semplice eppure il mondo distopico e cyberpunk, tratteggiato in copertina da Kyle Lambert (celebre per la locandina di Stranger Things), non affascina come vorrebbe. Il pezzo più interessante in scaletta è senza dubbio ‘Thought Contagion’ che fonde atmosfere alla Cliff Martinez (The Neon Demon, The Knick) con un ibrido esagerato tra pop, prog e pomp rock. ‘Propaganda’, prodotta da Timbaland, vede Matt Bellamy e soci muoversi in territori funk, ‘Break It To Me’ si erge su una linea di basso gigantesca e presenta influenze orientali mentre ‘Algorithm’ richiama alla mente il periodo di ‘The Resistance’. Altri passagi interessanti rispondono ai titoli di ‘The Dark Side’ e ‘Pressure’ ma non vanno comunque oltre ai risultati raggiunti con ‘Black Holes & Revelations’, che probabilmente resterà insuperato. In ‘Get Up And Fight’ appare Tove Lo ma, tra musica e testo, la sua partecipazione avrebbe potuto lasciare un segno diverso.