-Core
Lateralus
Tool
Volcano
Pubblicato il 06/11/2005 da Lorenzo Becciani
Songs
1. The Grudge
2. Eon Blue Apocalypse
3. The Patient
4. Mantra
5. Schism
6. Parabol
7. Parabola
8. Ticks and Leeches
9. Lateralus
10. Disposition
11. Reflection
12. Triad
13. Faap De Oiad
Songs
1. The Grudge
2. Eon Blue Apocalypse
3. The Patient
4. Mantra
5. Schism
6. Parabol
7. Parabola
8. Ticks and Leeches
9. Lateralus
10. Disposition
11. Reflection
12. Triad
13. Faap De Oiad
Avvicinarsi ai Tool è qualcosa di estremamente complesso ma allo stesso tempo affascinante. ‘Lateralus’ racchiude al suo interno 13 trip compositivi uno più bello e avvincente dell’altro che lasciano a bocca aperta per l’infinita gamma di soluzioni adottate e una cura spasmodica negli arrangiamenti e nell’aspetto visivo (che i loro video sono qualcosa di shockante avanti anni luce lo sanno anche i bambini) che non ha eguali al mondo. Ci troviamo di fronte a dei musicisti sfacciatamente superiori alla media che sfoderando un eclettismo esasperato ribadiscono per la terza volta chi sono davvero i veri precursori del metal moderno americano e di riflesso mondiale (concediamo a Korn e Deftones di dividere con loro il trono). Rispetto a ‘Aenima’ un certo approccio convulso e sprezzante si è lentamente trasformato in un andamento che trova il suo climax in una multietnicità sconvolgente caratterizzata da un uso dell’elettronica che ruba molto al trip hop inglese e al downbeat di Peter Kruder e Richard Dorfmeister, dall’inserimento di percussioni tribali e influssi magici orientali. Tutte componenti che sommate a un incedere progressivo conturbante e alle influenze dello stupendo ‘Mer Des Noms’ capitolo primo degli A Perfect Circle (‘Schism’ e ‘Triad’ ne portano con se la pesante eredità) progetto di Maynard e Billy Howerdell (NIN) regalano a ‘Lateralus’ uno spessore irraggiungibile ed una grandezza che va oltre il semplice ambito musicale. ‘The Grudge’ e ‘Eon Blue Apocalypse’ ci introducono in un vortice di emozioni che non appartengono alla terra intesa come materia ed esseri viventi ma all’etere, allo spazio mediatico che i Tool hanno sempre omaggiato con le loro apparizioni voluttuose sottoforma di videoclip. I sussurri di Maynard improvvisamente vengono spazzati via dalle scariche violente che solo la chitarra di Adam Jones sa inventarsi dal nulla. Pur riconoscendo a ‘Mantra e ‘Parabol’ il potere di avermi fatto innamorare di colpo delle loro uscite melodiche, non me la sento di parlare delle singole canzoni perché siamo al cospetto di un capolavoro assoluto che va assaporato nel suo scorrere, nel suo complesso attraversare la barriera del tempo, nella impossibilità di afferrare tutte le sfaccettature che presenta. Le dilatate atmosfere di ‘Reflection’ (undici minuti di progressive subliminale e malato) e ‘Faaip De Oiad’ (un continuo scratchin’ digitale che da vita a un’ impressionante invocazione tecnologica del male) mettono la parola fine a ‘Lateralus’, un’altra fondamentale prova della grandezza di un gruppo che da tempo ha perso i confini con la realtà e che porta avanti un percorso ideologico e visivo avvincente con un talento smisurato. Nessun amante della musica può permettersi di non conoscerli..
Tool
From USA

Discography
Undertow (1993)
Ænima (1996)
Lateralus (2001)
10,000 Days (2006)
Fear Inoculum (2019)