Siamo felici che il bassista che ha legato la sua fama a Pantera e Down abbia superato i seri problemi di salute che lo avevano afflitto negli scorsi anni ma ad essere onesti il secondo album dei Kill Devil Hill, nettamente inferiore al debutto, non necessitava di un ulteriore rinforzo verso il basso. Questa prova solista fa acqua da tutte le parti, vuole essere hard rock ma non lo è mai veramente per il semplice fatto che l’indole dell’autore è differente, vuole essere melodica ma senza che nessuno nella band sappia scrivere una melodia che funzioni sul serio. Insieme al producer Caleb Sherman, al chitarrista Lance Harvill ed al batterista Christopher Williams, attualmente negli Accept, sono state completate undici tracce inconcludenti e mosce, a tratti derivative (‘Crossing Lines’ e ‘Best Of Me’ sono i peggiori tributi mai sentiti rispettivamente a Led Zeppelin e Pink Floyd) ed a tratti polverose come da tradizione dei Down ma comunque prive di mordente. Quando poi Rex Brown fa il verso a Zakk Wylde o evoca la morte di Dimebag Darrell in ‘Buried Alive’ viene sul serio da chiedersi il motivo di tale scempio.