-Core
Next Generation Fest
Grande successo per il festival dedicato alla Generation Z
Pubblicato il 22/10/2023 da Lorenzo Becciani

Inizia l’autunno e, con tanti amici, ci ritroviamo nella magnifica cornice del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino – tra qualche settimana non perdete il nuovo allestimento de La bohème sotto la direzione di Bruno Ravella – per la seconda edizione di Next Generation Festival. Riprendo l’introduzione dell’anno passato perché nulla è cambiato. Ho seguito l’evento un po’ per Suffissocore, un po’ come addetto alla cultura, mi auguro non tra quelli da cacciare come urlavano i Disciplinatha nella cover di ‘Up Patriots To Arms’ di Battiato, ma anche come padre di un bimbo di sette anni ed una bimba di tre, che già prendono in mano un cellulare o fissano il monitor di un computer per affacciarsi al mondo. Al di là degli interventi e dei personaggi che si sono alternati sul palco, ritengo che i messaggi più importanti siano arrivati dai cartelloni affissi all’interno del teatro. L’organizzazione, guidata da Bernard Dika, ha puntato su un vero show televisivo, con dinamiche accese, continui cambi palco e registrazioni live dal Village Talk, dove hanno lasciato il segno Le Domeniche Del Lunedì, presenti sul quarto volume della compilation di Serravalle Rock col remix di ‘Là Dove Balla Il Mare’. Termini come “sostenibilità”, promossa di recente dai Marlene Kuntz con ‘Karma Clima’, “cambiamento”, “innovazione” e “dialogo” dovrebbero essere all’ordine del giorno e invece troppo spesso vengono trattati in secondo o terzo piano, in favore di esercizi di stile, peraltro di una superficialità unica, che non hanno nulla a che fare con la vita reale e con l’avvenire delle nuove generazioni. GiovaniSì, che ricordiamo per il progetto Toscana 100 Band, da cui sono usciti tanti gruppi che conosciamo bene come Platonick Dive, King Of The Opera, /handlogic e Numa Crew, e che avrebbe il dovere di ripetere al più presto progetti di questo tipo, ha dovuto gestire una risposta di pubblico fuori dall’ordinario, non solo ospiti di spessore internazionale ma tanti ragazzi provenienti dalle scuole, addetti ai lavori, speaker, influencer, youtuber, content creator, giornalisti e politici che si sono affacciati con curiosità sotto i riflettori sentendosi protagonisti per un giorno. Gli stand erano in numero superiore rispetto alla prima edizione e hanno catturato l’attenzione il camper informativo sulle opportunità del progetto regionale per l’autonomia dei giovani, i colloqui di lavoro svolti in parallelo nello spazio creato da ARTI e le simulazioni di guida del Firenze Race Team e dell’E-Team dell’Università di Pisa. 

L’apertura è stata affidata come prevedibile al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che non ha mancato di sottolineare come eventi di questo tipo abbiano un effetto immediato e sorprendente sui ragazzi, a dispetto di “lezioni” tenute nelle scuole che non riescono a coinvolgerli in maniera esaustiva. Nel suo discorso ha toccato temi come la comunicazione e l’importanza di dare voce agli opinion leader di ogni settore. E di settori creativi a #NGF23 ce ne sono stati tanti. Dalla musica allo speech, dai progetti divulgativi alla cultura sui social, dalla danza alternativa al teatro. Il Ministro per i giovani e lo sport Andrea Abodi ha posto l’attenzione sull’obiettivo di accorciare le distanze tra istituzioni e giovani e sulla necessità di dare corrispondenza alle parole nei fatti quotidiani, traducendo l’ascolto in opportunità. Bernard Dika, portavoce di Giani e mente dietro al festival, ha trascinato il pubblico scendendo dalle scale col microfono e abbracciando idealmente tutti i ragazzi presenti, ricordando quanto sia fondamentale non nascondere le loro cadute. Gli adolescenti non devono avere paura di sbagliare e la società deve accettare gli errori, per evitare che malattie come la depressione o l’ansia dilaghino anche nelle fasce di età più basse. Il suo incubatore di idee funziona e sta cercando, a modo suo ma con produttività, di sconfiggere la piaga retorica dell’eccellenza. Molto interessanti sono stati gli interventi di Treedom, prima azienda italiana a diventare benefit corporation che si occupa di piantare alberi, e WRÅD, che si batte evitare che i nostri vestiti scartati vengano accumulati come montagne di rifiuti in Africa. Il geologo Andrea Moccia, fondatore di Geopop, ha parlato di quanto sia difficile spiegare argomenti complessi con parole semplici e preannunciato grandi cambiamenti dovuti alla diffusione dell’intelligenza artificiale (sullo sfondo lo slogan “Contenuto. Altro che apparenza”). Tra gli ospiti televisivi Claudio Bisio, Matteo Paolillo – l’attore-cantante della serie televisiva Mare Fuori – Alessandro Borghese, Michela Giraud e Pierluigi Pardo hanno raccolto fragorosi consensi, con Veronica Maffei, sempre più bella, nel ruolo di conduttrice, spalleggiata da Valentina Vignali e Gabriele Vagnato. Tra i performer i migliori sono stati senza dubbio Annabeat, davvero intrigante il suo set che avrebbe meritato più tempo, e Sethu, capace di calarsi meglio nell’atmosfera rispetto a Ermal Meta e Colla Zio. Peccato per l’assenza di Caressa, che ha parlato in video, e Silvie Loto, ma ad accendere il pubblico ci hanno pensato le parole, non scontate, di Carlotta Vagnoli, Maurizio Merluzzo, Violet e Almost Fiorentina. Se è vero che più fasce di giovani hanno smarrito la propria identità o comunque hanno perso parecchio a livello culturale e sociale, in questi anni di malattie e guerre, eventi come #NGF23 si rivelano funzionali ad un meccanismo di rinascita, che dovrà necessariamente partire da chi esce dal mondo della scuola, con tanti sogni. Speriamo che qualche messaggio sia arrivato o che qualche nuova app sia stata scaricata sugli smartphone dei tanti ragazzi presenti. Nella loro testa, nel loro coraggio, nella loro capacità di mettersi alla prova si cela il futuro della terra.

(parole di Lorenzo Becciani)