-Core
RYUJIN
Giappone
Pubblicato il 08/01/2024 da Lorenzo Becciani

Cos’è il samurai metal?
Abbiamo pubblicato un singolo due anni fa e la reazione è stata entusiasta. L’hanno definito samurai metal a causa dello shamisen e di altri strumenti. Poi il video era in vecchio stile giapponese. É una sorta di versione nipponica del viking metal. Alla fine è solo un termine per descriverci facilmente.

Ci sono altre band interessanti nel genere?
Ibaraki di Matthew Heafy lo è sicuramente. E personalmente percepisco la stessa passione nei Trivium.

Com’è  stata la transizione dai  Gyze ai Ryujin?
In tour con Pain, Ensiferum e Eleine abbiamo ricevuto un grande feedback. Almeno adesso non pronunciano male il nostro nome come prima. Ci chiamavano guys o gi-ze. Ryujin suona decisamente meglio dalle vostre parti. In ogni caso abbiamo avuto qualche problema nell’unificare i vecchi lavori sotto Ryujin e questo ha comportato un ritardo nell’avvio dello streaming in patria.

Quando avete iniziato a comporre le tracce? Qual era la visione?
Alcune tracce risalgono all’anno scorso mentre altre addirittura a sei anni fa. ‘Kunnecup’ è la più vecchia. Il coro principale di ‘Dragon, Fly Free’ ce l’avevo già in testa a vent’anni! Shuji lo ha sempre amato e per oltre dieci anni è rimasto da parte.

Com’è stato il processo?
Non sempre facile, soprattutto in fase di arrangiamento e mixaggio. Il contributo di Matt ha portato ad avere più parti vocali pulite sul disco ed è stato complicato trovare il posto giusto nel cantato e adeguare il guitar work di conseguenza. In ogni caso amo creare e perfezionare musica, quindi non è un problema. I momenti più eccitanti sono stati quando abbiamo registrato le voci di Matt ed il violoncello di Mukai. Poi adoro aggiungere gli strumenti Gagaku e anche lo Shamisen. Donano ai pezzi un’atmosfera unica.

Qual è la traccia chiave?
Ce ne sono tante stavolta e di solito la direzione di un pezzo diventa chiara quando registro le parti in growl. ‘Ryujin’ è un pezzo che mi soddisfa molto, perché fonde oriental folk e elementi sinfonici. ‘Raijin & Fujin’ è una collaborazione completa, con Matt che ha portato l’idea originale e ha lavorato con noi all’arrangiamento. Anche lo shamisen gioca un ruolo importante. ‘Gekokujo’ invece combina death metal melodico, black metal e horror giapponese.

Quali erano i vostri obiettivi in termini di produzione e mixaggio?
Mi sono fidato ciecamente di Matt e Mark e le principali decisioni sono state prese da loro. Naturalmente ho richiesto alcuni dettagli, che solo io posso capire, ma ho dato loro fiducia per tutto il resto e il mixaggio è grandioso!

Come avete conosciuto Matt Heafy?
Dopo un’intervista a Metal Hammer ci siamo messi a parlare. Era più o meno il periodo in cui è uscito il disco di Ibaraki ed entrambi usavamo lo shamisen.  Dopo la fine della sospensione dell’attività dal vivo eravamo già pronti a collaborare e realizzare qualcosa di nuovo, così gli ho chiesto di essere nostro ospite e mi ha insegnato ad inserire voci pulite nel disco. Mi ha insegnato molto e ha esteso le possibilità della band. Non avrei mai pensato di arrivare a cantare in una ballata per esempio. Possiamo dire che ha rotto delle catene ed i suoi insegnamenti rimarranno con me per sempre. 

Prova adesso a recensire ‘Dragon, Fly Free’ e ‘Scream Of The Dragon’.  
Entrambi i pezzi sono pronti a sbattere le ali e volare liberi, musicalmente parlando. Matt dice che ‘Dragon, Fly Free’ è modern metal nello stile dei Ryujin. La parte thrash che arriva prima del solo a metà del pezzo è influenzata da lui. Mi piace anche il breve intermezz prima dello shamisen. Il coro è in progressione di re canonica. Inizialmente era in inglese, ma poi ho preferito cantarlo in tipico stile j-rock.

Cosa volevi creare con i testi in generale?
Ogni traccia è diversa, ma molte sono legate da un sentimento per la natura. A volte le liriche hanno un significato politico mentre in altri casi sono totalmente di fantasia. L’obiettivo è sempre trovare qualcosa che si adatti al pezzo.  In certi casi ho tradotto termini giapponesi in inglese per facilitare l’approccio alla nostra lingua ai fan di tutto il mondo, ma la verità è che amo le colonne sonore e la musica classica senza voci. Quindi ho cercato di trovare parole che si adattassero alla musica.

Il video di ‘Raijin & Fujin’ è insano! Dove lo avete girato? Qualche storia divertente sulle riprese?
C’è un posto a Nikko dove sono state ricreate le strade giapponesi di 150-300 anni fa. È un posto stupendo e lo abbiamo usato per le riprese e le foto samurai metal. Sfortunatamente sono rimasti pochi posti del genere in Giappone. Di divertente c’è che Shuji aveva rotto davvero la kawara durante le prove e così il regista ha dovuto farlo sembrare naturale nel video.

Sei nel music business ormai da diversi anni. C’è una domanda che non ti è mai stata posta ed alla quale avresti sempre voluto rispondere?
Mi piace tanto pescare! Vivo a Hokkaido, dove puoi trovare delle trote giganti chiamate Taimen! Dovrebbero scoprirle tutti. Quando venite in Giappone non passate solo da Tokyo o da Kyoto, ma anche dall’isola più a Nord!

Hai avuto delle brutte esperienze con qualcuno in carriera?
Sì, certamente, Soprattutto con gente locale di diversa età, che può essere molto disonesta. Ho cercato però di non focalizzarmi sugli aspetti negativi perché invece di coltivare rabbia, preferisco coltivare sentimenti di perdono.  

(parole di Ryoji Shinomoto) 
 

RYUJIN
From Giappone

Discography
RYUJIN - 2024