In questo periodo in Israele non si pensa certo alla musica, ma il secondo lavoro della death-doom band di Tel Aviv merita davvero di essere ascoltato. Intanto per la nutrita lista di ospiti che rende più varia la scaletta senza inficiarne la compattezza. Poi per il senso di malinconia e frustrazione che trasmettono le canzoni. ‘Ovdan’ è infatti nato dall’impossibilità di promuovere a dovere il debutto, a causa della pandemia, e ha sofferto, durante la sua realizzazione, dei gravi problemi di salute del frontman Yishai Sweartz. Adesso però che l’operazione a cuore aperto è un brutto ricordo e soprattutto che ‘Ovdan’ è nei negozi, per i Tomorrow’s Rain inizia davvero una nuova era. In ebreo il titolo significa perdita e pezzi come ‘Roads’, impreziosita dalla presenza di Andreas Vingback dei Dark Funeral e Tony Wakeford dei Sol Invictus, e ‘Burning Times’, con Jan Lubitzki dei Depressive Age, sono il riflesso di un dolore profondo. Attila Csihar dei Mayhem rende spettrale ‘Muaka’ mentre la strana coppia formata da Mickael Broberg degli Unanimated e da Anja Huwe degli Xmal Deutschland appare in ‘I Skuggornas’, chiave di volta di un disco che nella seconda parte esplora territori più sperimentali. C’è spazio pure per le due versioni di ‘Turn Around’, con Michael Denner (Mercyful Fate/King Diamond), tra goticume e heavy metal d’annata.