-Core
The Ocean
Germania
Pubblicato il 20/06/2013 da Lorenzo Becciani

Quando è nata l'idea di esplorare musicalmente tutti i livelli di profondità dell'oceano?
E' precedente all'uscita di 'Heliocentric' e 'Anthropocentric' ma allo stesso tempo non è nata al momento di costituire il collettivo. Ci penso da qualche anno e credo fosse ovvio che prima o poi avremmo parlato dell'oceano considerato il nostro nome. Credo che a riguardo ci siano nozioni molto interessanti e sarebbe bello documentarsi in maniera ma non abbiamo pubblicato questo disco pensando che tutti potessero capire il significato dei termini. L'aspetto che volevamo sottolineare è che la nostra musica è un viaggio simbolico a diverse stratificazioni.

Immagino non sia stato semplice creare un nuovo concept dopo 'Heliocentric' e 'Anthropocentric'..
Una volta deciso di non pubblicare un sequel mi sono sforzato di trovare un concept molto vasto partendo da un punto di vista non dissimile da quello dei due album precedenti. In questo caso le canzoni non sono nate come step consequenziali ma l'opera è stata pensata, fin dal primo istante, come un pezzo unico. Scendendo di livello l'album diventa sempre più oscuro e minimale. Potrebbe essere la metafora di un processo psicologico secondo cui sa esattamente cosa accadrà il momento successivo eppure non sei in grado di descriverlo finchè non lo vivi davvero. La musica riflette il contenuto lirico e anche questa è una novità perché in passato avevo sempre scritto prima la parte strumentale e poi i testi.

Dove sono nate le canzoni?
Buona parte del materiale è stata pubblicata nell'estate di due anni fa in una casa sulla costa spagnola. Ci sono stato circa un mese e ho potuto lavorare senza distrazioni. Non scrivo mai quando sono in tour e non riesco a farlo a casa. Per questo non è semplice trovare il tempo. Sono convinto che 'Pelagial' sia la nostra migliore produzione di sempre e questo perché il processo è stato molto più dettagliato. Prima abbiamo registrato la batteria in un locale enorme e non in uno studio come di consueto. Questo per rendere il suono molto ambientale. Poi ci siamo concentrati sul resto lasciando per ultime le chitarre. Limitando le spese nella registrazione abbiamo potuto spendere di più nel mixaggio.

A mio avviso le chitarre nel mix hanno un posto predominante...
E' sicuramente così ed il motivo è proprio perché sono state catturate per ultime. In questa maniera abbiamo potuto giocare con i volumi senza incidere sul movimento delle tracce. Alcuni dei riff di questo album sono molto più veloci rispetto alle release precedenti. Mi sono evoluto confrontandomi con Jonathan, Luc e gli altri ragazzi della band. Negli ultimi quattro anni abbiamo suonato seicento volte insieme. Siamo davvero riusciti a conoscerci personalmente ed ora siamo più efficienti quando dobbiamo concentrarci su qualcosa di concreto. Ci sono davvero un sacco di dettagli in questo album e mi auguro che tutti possano accorgersene. Vorrei che ascoltassero prima l'edizione strumentale e poi quella con le voci in modo da rendersi conto di quanto lavoro c'è dietro a questo album.

Ritieni di essere migliorato maggiormente come compositore, chitarrista o produttore negli ultimi anni?
Spero in tutto. Lo stimolo è quello di cercare di fare sempre cose nuove. Metto in pratica le cose che ho imparato e faccio riferimento ai posti che ho visitato quando si tratta di comporre. Non ho mai avuto carenze di idee e creatività ma devo trovare il luogo giusto. Un ampio orizzonte. E' la distanza che mi permette di guardare in lontananza e scrivere musica. Organizzo ogni singolo momento dello show, ho una casa discografica, mi occupo del songwriting e dirigo un collettivo che prevede l'interfacciarsi con numerosi artisti. Tutti loro hanno esigenze particolari ed il mio compito è quello di conciliarle con l'obiettivo che si è posta la band.

Sei molto attivo con la Pelagial Records e adesso anche con i The Old Wind. Come riesci a separare i The Ocean dagli altri progetti a cui lavori?
E' molto difficile a volte. Sono ossessionato dall'idea di perdere qualcosa.

Cosa stai ascoltando in questo periodo?
A parte le band della Pelagic Records il nuovo album dei Dillinger Escape Plan che trovo grandioso. Non molto altro anche perché quando passi un'intera giornata a mixare il tuo materiale in studio non hai voglia di ascoltare qualcosa di diverso una volta tornato a casa.

Molti pezzi dell'album mi hanno riportato alla mente 'Precambrian'. Cosa dobbiamo attenderci in futuro?
E' ancora presto per dirlo. Per il momento stiamo facendo tante interviste e organizzando più date possibili. A settembre pubblicheremo un triplo dvd che racconterà la storia della band dalle origini fino adesso. All'interno troverete tutto il materiale che abbiamo raccolto in anni trascorsi in tour.

Ha ancora senso parlare di collettivo?
Anche se la line-up si è consolidata cinque anni fa il collettivo è sempre in funzione.

(parole di Robin Staps)

The Ocean
From Germania

Discography
2002 Islands/Tides
2004 Fluxion
2005 Aeolian
2007 Precambrian
2010 Heliocentric
2010 Anthropocentric
2013 Pelagial
2018 Phanerozoic I - Palaeozoic
2020 Phanerozoic II: Mesozoic | Cenozoic
2023 Holocene