-Core
ILLT
Norvegia
Pubblicato il 16/09/2021 da Lorenzo Becciani

Partiamo dalla fondazione del progetto. Come è nato ILLT?
Cercherò di farla breve. Ero a casa con il mio primo figlio nel 2018 e ho deciso di tirare fuori la chitarra ed il laptop per ammazzare il tempo mentre dormiva. Ero piuttosto arrugginito ma mi è venuto fuori un bel riff che ha acceso la scintilla e mi ha risvegliato da un lungo sonno. Ho deciso di pubblicare un disco metal e nel giro di un paio di anni ho firmato un contratto discografico e ho completato il materiale.  Il fuoco sta bruciando più luminoso che mai!

Sappiamo che sei una grande compositore di colonne sonore. Hai avuto anche esperienze in band metal o rock in precedenza? 
Ho militato per un paio di anni in una band crust punk ma per il resto sono stato uno di quei shredder da camera da letto senza esperienze reali in band. Le canzoni di ‘Urhat’ sono le prime che ho scritte per conto mio. 
 
Qual è il concept di ‘Urhat’?
Il titolo significa qualcosa come “antico odio” in norvegese. É un termine che mi è venuto in mente e che non troverai in nessun dizionario. Incarna la mia visione sullo stato attuale dell’umanità e domande del tipo: “Siamo destinati ad estinguerci?” oppure “E’ una involuzione naturale quella che stiamo vivendo?”. Magari si tratta semplicemente di un gioco di azione/reazione ma di sicuro la situazione sta peggiorando di continuo.  

Cosa desideravi esprimere con queste canzoni che non sei mai riuscito ad esprimere con le colonne sonore? 
Le colonne sonore supportano la visione di qualcun altro anche se puoi ovviamente prendere parte all’aspetto creativo e lavorare sul framework che ti viene offerto. Per certi versi però sei sempre limitato mentre ILLT è il mio playground dove posso esprimere tutto ciò che voglio senza alcuna restrizione. É soprattutto un outlet per i miei sentimenti negativi nei confronti dell’umanità e della situazione che stiamo vivendo. Un canale con cui posso pubblicare pensieri oscuri e aggressività per potere gestire con maggiore facilità la vita reale. 
 
Qual era la visione quando hai iniziato il processo? 
Tutto è nato dalla possibilità di  riuscire finalmente a finire qualcosa senza piani o aspettative. Ovviamente tutto è diventato una visione reale e un concetto ambizioso durante il percorso, ma per me la visione all'inizio era solo quella di ammazzare un po' di tempo.

È stato un processo complicato a causa dell’emergenza sanitaria? 
Le canzoni sono state scritte e registrate prima della pandemia. In ogni caso abbiamo tutti registrati in diversi studi sparsi nel mondo e sarebbe stato lo stesso anche senza i lockdown. Per fortuna non ho dovuto fare tutto da solo. Oltre a scrivere le canzoni mi sono occupato di registrare chitarra e basso e ho imparato molto durante il processo. Lezioni che mi serviranno senza dubbio per il prossimo album.
 
Ci sono un sacco di collaborazioni sull’album. Puoi fornirci qualche dettaglio in più? 
Non ho ancora incontrato Björn Strid e Karl Sanders di persona, solo Dirk Verbeuren e Mr. Damage. Ho contattato Dirk online e gli ho chiesto se fosse interessato ad occuparsi delle parti di batteria del disco. Ha accettato gentilmente ed è stata la prima persona che è salita a bordo ed al quale ho trasmesso i miei sogni più selvaggi. Ognuno di loro ha investito il proprio talento nel progetto e ciò è molto importante. Sono sempre stato un fan del lato più aggressivo della voce di  Björn fin da quando andavo ancora a scuola ed era assolutamente il primo nella lista. Hanno registrato le loro parti nei loro rispettivi studi e poi me le hanno spedite in cassette. Scherzo ovviamente. 

L’album è stato mixato da Kurt Ballou. Che suono volevi ottenere?
Mi sarebbe piaciuto registrare ai Godcity ma non è stato possibile. In ogni caso Kurt Ballou è uno dei miei ingegneri sonori preferiti e il mixaggio è enorme, organico e diretto in faccia. Volevo un suono aggressivo ma organico senza rimpiazzi per le parti di batteria o robe troppo moderne. Lavora con equipaggiamento analogico e questo è un sollievo. Devi prendere le decisioni sul posto ed una volta finito il mixaggio i setting sono spariti. 
 
Prova a recensire ‘Sons Of The Northern Lights’ e ‘Blood Of The Unbeliever’ per i nostri lettori..  
La prima parla della battaglia di Narvik nel 1940. Una storia che non molti sanno e che è stata descritta come la prima grande sconfitta di Hitler nella Seconda Guerra Mondiale. Un sacco di soldati alleati combatterono e morirono durante la battaglia senza mai ottenere un riconoscimento ufficiale. É un pezzo brutale e primitivo, anche se a tratti melodico e progressive che riflette i vari aspetti della guerra. La seconda invece parla delle crociate e di tutte quelle persone che monopolizzano la verità e impongono il proprio credo religioso con la violenza. É in assoluto la mia traccia preferita di ‘Urhat’ e quella che mi sono più divertito a scrivere. 
 
Come è nata la passione per la storia degli Sciiti?
Sono affascinato da come la guerra fosse rilevante in quella parte della storia umana. Sì, ovviamente erano conosciuti per le loro abilità con gli archi e le frecce, ma spesso dovevano uccidersi nei modi più brutali che si possano immaginare. Gli Sciiti sono solo un esempio. Al giorno d'oggi, puoi radere al suolo un intero villaggio in un altro continente con dei droni, senza mai dover fissare né il nemico né i civili, o produrre danni collaterali. Puoi essere a casa per cena prima ancora che la cenere venga depositata.

Stai già lavorando ad un secondo album oppure consideri ILLT un progetto limitato?
Mi auguro che ILLT abbia una lunga durata. Ho quasi finito di scrivere il successore di ‘Urhat’ e sto organizzando le registrazioni. Rimanete aggiornati per qualcosa di brutale e inatteso! 

Qual è la tua definizione di metal estremo? 
Non penso mai ai generi. Per me metal estremo è semplicemente un contenitore di vari sottogeneri. Il metal secondo me deve rompere le barriere e questo non significa per forza inventare sempre qualcosa di nuovo o suonare alla velocità della luce. Può significare anche essere fedeli alle produzioni originali di Eirik “Pytten” Hundvin sui primi album black metal. Mi piace amplificare i contrasti negli arrangiamenti delle canzoni ed utilizzare tempi estremi, sia alti che bassi, nuove tecniche di produzione, voci bizzarre e miscelare il risultato in maniera sorprendente. 

(parole di Roy Westad) 

 

ILLT
From Norvegia

Discography
Urhat - 2021