-Core
Gwydion
Portogallo
Pubblicato il 15/06/2021 da Lorenzo Becciani

Com’è vivere a Lisbona?
Non credo sia troppo diverso rispetto alle altre maggiori città europee a causa della pandemia. É un bel posto dove vivere ed una grande attrazione per i turisti, soprattutto per tour e amanti delle spiagge. 

Quali sono le migliori band della città?
Il Portogallo ha una forte tradizione metal underground con tante band che si danno da fare per emergere. Credo che la difficoltà maggiore sia quella di partecipare ai maggiori festival europei perché spesso veniamo dimenticati. Il nostro lavoro è fare in modo che la nostra nazione torni sulla mappa della comunità metal internazionale. Non mi piace fare nomi perché sono in tante le formazioni che meritano.  

Avete iniziato a suonare viking e folk metal nel 1995 quindi tanto tempo fa. Quali sono stati gli highlight in carriera? E invece i momenti più difficili? 
È stato un bel viaggio, ricco di bei momenti e anche situazioni difficili, ma in generale molto positivo. I Gwydion sono soprattutto un gruppo di amici che suonano metal e sarà sempre così anche se ci sono stati cambiamenti di line-up. Siamo infatti sempre in contatto con tutti i musicisti che hanno suonato con noi in passato. Niente al mondo può essere paragonato alla gioia di appartenere ad una band con venticinque anni di carriera! Tra gli highlight sottolinerei il primo tour, il primo contratto discografico e suonare con alcuni dei nostri idoli. Tutti sogni che non pensavamo di potere realizzare quando avevamo quindici anni e abbiamo formato la band. Il periodo più difficile è stato senza dubbio quando ci siamo fermati per due anni con tanti membri che erano lontani da casa. 

A parte ‘Gwydion’, qual è l’album della band che vi rappresenta al meglio? 
Ogni album ha la sua storia e caratterizza un periodo specifico della nostra carriera. Personalmente credo che ‘Horn Triskelion’ sia stato il più importante, non solo perché ha venduto parecchio nel 2010 ma anche perchè ha rappresentato un step in avanti importante in termini compositivi. É folk e heavy allo stesso tempo e ha segnato la nostra affermazione nella scena metal. 

Cosa volevate migliorare o cambiare dopo ‘Thirteen’? 
‘Thirteen’ è stato un album legato al passaggio dei vichinghi in Portogallo ed alla storia del nostro Paese in generale. Sicuramente è più heavy rispetto ai dischi precedenti e con ‘Gwydion’ abbiamo pensato di accrescere la componente epica e melodica. Abbiamo usato elementi sinfonici in modo da rendere più cinematiche le atmosfere ed i suoni. Volevamo che l’ascoltatore si sentisse parte di una vera avventura. Non so se sia il nostro migliore di album ma abbiamo senza dubbio dato il massimo ed il risultato finale ci piace tantissimo. I fan si aspettano 74 minuti di musica dai Gwydion è l’album segna un ritorno alle origini ma con una veste moderna e matura. Abbiamo lavorato duramente per renderlo perfetto e questo è il motivo per cui lo abbiamo intitolato semplicemente ‘Gwydion’. Lo consideriamo l’apice di venticinque anni di carriera. 

Dove avete registrato il materiale? Che tipologia di sound desideravate ottenere?  
Siamo partiti come sempre dai riff e poi tutti gli altri elementi hanno trovato il loro posto. Naturalmente è un po’ piu’ complesso di così ma durante le prove a casa del nostro chitarrista Miguel Kaveirinha, il nostro principale compositore, abbiamo avuto modo di scambiarci tante idee, con l’aiuto di idromele e birra. Ognuno di noi ha contribuito alla resa finale. 

Prova adesso a recensire ‘The Chair Of Sovereign’ e ‘Dead Song’ per i nostri lettori… 
Entrambe le canzoni sono ispirate dal punto di vista lirico dai poemi del libro di Taliesin. Dal punto di vista musicale invece ‘The Chair Of Sovereign’ ha un groove dark ambient con influenze death/black, un midtempo ricco di groove ed un coro perfetto per essere cantato a gran voce. ‘Dead Song’ ricorda le nostre prime cose come ‘Ynys Mon’. Ha una melodia catchy ed una parte di pianoforte molto bella.  

Cosa intendete creare con i testi in generale?
Ci piacciono le storie mitologiche e l’ispirazione parte quelle che ancora oggi sono rilevanti. C’è sempre un lato di verità in una leggenda e sono motivo di grande ispirazione e motivazione non solo a livello musicale. Come tutto ciò che è stato scritto secoli fa va interpretato in maniera intelligente. Anche se rispettiamo chi lo fa, non crediamo agli unicorni per intenderci. In questo album penso che le liriche riflettano molto bene il nome della band e le sue origini. Siamo tornati al tema del primo album ‘Ynys Mon’, in cui parlavamo di storie narrate prevalentemente da un bardo. Il libro di Taliesin, uno dei piu’ celebri manoscritti del Middle Welsh, datato alla metà del quattordicesimo secolo, è costituito di 56 poemi ed alcuni di essi li abbiamo ripresi per le nostre canzoni. 
 
Marta è un’eccellente batterista. Come l’avete scelta? Avete svolto delle audizioni?
Marta è una forza della natura e ha avuto un grande impatto dentro e fuori la band grazie alla sua straordinaria dote. Oltre a questo è una splendida persona e si è integrata subito. Le audizioni si sono svolte in maniera piuttosto tradizionale. Abbiamo messo un annuncio quando Pedro Correia ci ha lasciati e tra le tante domande ricevute abbiamo pensato che quella di Marta fosse la migliore. Ci abbiamo impiegato circa due mesi e siamo felici di aver scelto lei. 

Perché avete deciso di pubblicare una versione strumentale dei pezzi online?
É stata una sfida che ci ha proposto l’etichetta. Avevamo qualche perplessità all’inizio ma poi, una volta che le versioni strumentali sono state pubblicate, siamo rimasti molto soddisfatti dei numeri digitali  raggiunti. In questo momento è importante pubblicare qualcosa e credo che, ascoltando le versioni strumentali e leggendo a parte le liriche, i nostri fan abbiano potuto apprezzare ancora di più il grande lavoro effettuato. 

Quali sono i migliori album folk/viking metal che hai ascoltato di recente?
É una domanda difficile. Personalmente mi è piaciuto molto l’ultimo EP degli Ereb Alto e non vedo l’ora di ascoltare il nuovo lavoro dei Thryfing. I due brani che ho sentito fino adesso sono davvero promettenti. Inoltre ho apprezzato l’ultimo album dei Thrudvangar. 
 
Dove avete girato le foto promozionali? C’è una bellissima spiaggia sullo sfondo…
Sono state girate a Praia da Adraga che è una spiaggia vicina a  Almoçageme che si affaccia sull’Oceano Atlantico. É un posto bellissimo ma molto poco accessibile.
 
Perché vi dipingete la faccia? C’è un motivo specifico?
Non in particolare. Abbiamo semplicemente voluto rendere iconica la nostra immagine dopo averlo fatto nel tour europeo del 2008. A quel punto è diventato obbligatorio per ciascun membro. É una sorta di rituale nel backstage. 

(parole di Daniel César) 

Gwydion
From Portogallo

Discography
Ynys Mön 2008
Horn Triskelion 2010
Veteran 2013
Thirteen 2018
Gwydion 2020