-Core
Trillionaire
USA
Pubblicato il 19/01/2021 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto come si è formata la band e perché avete scelto un nome del genere?
(Andrew LaCour) Trillionaire è nato come side project di demo sul mio laptop, quando ancora suonavo nei KEN Mode. Dopo aver lasciato la band, sono stato un po’ lontano dall’ambiente musicale e poi ho cominciato a lavorare a qualche idea con un vecchio amico del Vermont. Phil stava cercando qualcosa di nuovo e si è trasferito a Richmond. Così è nata la base strumentale. Poi ci sono stati vari momenti di purgatorio, nei quali abbiamo fatto fatica a trovare un cantante abbastanza eclettico da completare la formazione. Una volta trovato Renee, la chimica è stata immediata e abbiamo prenotato un’altra studio session per registrare le voci. Il nome è un omaggio ad un rapper che amiamo molto ovvero Juicy J. Sostiene di essere ricco dalla fine degli anni ‘80 e noi pensiamo che significhi che stia modestamente insinuando di essere miliardario. 

Qual era la vostra visione quando avete dato vita al progetto?
(Andrew LaCour) Volevamo evitare di essere catalogati nell’idea di musica heavy e tecnica che avevamo suonato in precedenza.  Abbiamo cercato di fondere una certe sensibilità pop ed una struttura compositiva ortodossa con influenze non ortodosse. L’obiettivo è creare canzoni tremendamente catchy ma anche oscure e difficili da etichettare. 
 
Quando avete cominciato a comporre il materiale?
(Renee Fontaine) L’intero album è stato composto, registrato e mixato prima che mi unissi alla band ovvero nell’estate di quattro anni fa. Ho scritto una manciata di testi e qualche melodia e poi, dopo qualche mese, ho registrato le parti vocali. 

Perché un titolo epico come ‘Romulus’? 
(Renee Fontaine) Ogni insieme di indivualità coinvolte in un progetto creativo, che percepiscono il loro enorme e ambizioso desiderano chiamarlo con un termine altrettanto massiccio. Solo il suono della parola ‘Romulus’ ha un grande impatto. Non sono stato io a proporre il titolo, ma quando l'ho sentito, sono stato immediatamente attratto dalla mitologia romana, dalle sue connotazioni pagane, come un’ulteriore elemento da aggiungere all’atmosfera oscura, Art Déco e legata ai ruggenti anni ‘20, che stavamo già sviluppando. Siamo abbastanza stanchi del mondo, abbastanza cinici da non prendere il nome troppo alla lettera. Non abbiamo la grande illusione di essere portatori di un rock 'n' roll imperiale, allattato dalla lupa, ma siamo una rock 'n' roll band in un mondo pieno di tali elementi e, come si suol dire, "quando a Roma ... "

Dove avete registrato? É stato un processo complicato? 
(Andrew LaCour) Abbiamo registrato con uno dei nostri migliori amici ovvero Mikey Allred (All Them Witches, Inter Arma, Yautja…) a Nashville. Le registrazioni sono state il momento più semplice di tutto il processo. Mikey ha un orecchio impareggiabile e ci ha guidato in maniera professionale e genuina. È davvero un genio e le sue qualità spaziano sull’intero spettro musicale. Lo consideriamo parte della line-up ed è stato essenziale nella creazione dell’estetica dell’album, oltre ad aver suonato parecchie tastiere ed altri strumenti. Per quanto riguarda la produzione non abbiamo seguito template particolari. Naturalmente siamo ispirati da dischi monolitici come quelli di Neurosis e Failure ma, in generale, l’idea era di ottenere un muro di suono senza perdere in pulizia. Questa è stata sicuramente la parte più difficile, perché ci sono tanti layers, effetti di chitarra e armonie vocali. 

Il vostro stile è un mix tra rock e metal. Molto pop a volte ma con degli spigoli. Pensate che in futuro diventerete più morbidi o duri? 
(Andrew LaCour) Non credo che saremo mai in grado di procedere in una direzione solo heavy o solo pop. É la bellezza di navigare a vista. Non abbiamo limiti. 

Di cosa parlano ‘Dead By 25’ e ‘One In The Chamber’?  
(Renee Fontaine) Nel tumulto della scrittura, non sono certo della provenienza di certe ispirazioni. Seguo un approccio più creativo, facendomi trascinare dall’esperienza e dall’immaginario che ho in mente, così come da libri, poesie, film, dipinti…  Dietro al montaggio ed ai ritocchi, c’è più intento che dietro alla cascata originale di parole. Entrambi i pezzi hanno un certo legame distopico. ‘Dead By 25’ è un’associazione di libere immagini; so per certo che stavo leggendo Bolaño e Borges in quel periodo. Il primo è più violento, il secondo più astratto. L’energia della parte strumentale mi ha trasmesso una sorta di messaggio disperato. Corri prima di morire giovane. L’idea base di ‘One In The Chamber’ è nata come una foglia che galleggia verso il basso. Un mondo in cui la roulette russa è il passatempo internazionale e il grande campione non può perdere e vuole la morte in condizioni di morte. Sarei negligente se dicessi che non c'è alcuna commento sociale incluso nel testo, ma ciòè lontano da quello che volevo ottenere. Ovviamente viviamo in un mondo violento che brama la violenza; niente di nuovo da dire al riguardo. Mi interessa di più raccontare la storia e lasciare che chiunque abbia l'inclinazione a leggerla, decida di farlo o meno. 

Qual è la traccia che ha guidato tutto il processo?
(Andrew LaCour) ‘The Golden Goat’ è stata l’ispirazione iniziale ed il seme di tutto il concept. Incorpora un po’ tutto lo spettro della band. 

Come siete entrati in contatto con Nefarious Industries?
(Andrew LaCour) Greg, che manda avanti l’etichetta, e Phil si conoscono da quasi dieci anni per via dei Revocation. Dopo aver registrato ‘Romulus’, abbiamo cercato di mettere su una live band ed abbiamo chiesto a Greg di unirsi al basso. Ha capito la nostra visione ed è apparso a tutti subito chiaro che uscire per Nefarious Industries sarebbe stata la soluzione più efficiente. 
 
Adesso i tour sono fermi ma che tipo di show state pianificando per promuovere l’album?
(Andres LaCour) Madison Square Garden.
(Renee Fontaine) Sono un ballerino ed una sorta di scimmia da organi come performer. Se non riusciremo e fare lì il primo show, dovrò lavorare ad una coreografia per un palco più piccolo. 

Siete mai stati in Italia?
(Andrew LaCour) Io ci sono stato nove volte. É la meta preferita per i miei viaggi e ci ho suonato sette volte. 
(Renee Fontaine) Ci ho passato del tempo nei primi anni duemila. Soprattutto a Soverato, in Calabria. Se chiudo gli occhi ricordo ancora quella sabbia bianca. Ho vissuto anche a Partinico, in Sicilia, per qualche mese. A Roma invece solo da turista. 

 

Trillionaire
From USA

Discography
Romulus - 2020