-Core
Qoniak
Svizzera
Pubblicato il 12/11/2020 da Yuri


Cosa è in mutazione nella musica per voi?
“Mutatio” è un cambiamento di apparenza, personalità o struttura. Anche semplicemente l'azione di diventare qualcosa di differente o il risultato di qualcosa di diverso dal solito. Ha a che vedere con l'evoluzione, cambiamenti significativi e modifiche di strutture. La nostra musica può essere vista come un elemento in costante trasformazione, lenta o veloce che sia, in qualcosa di nuovo e differente. Ci piacciono i contrasti e tutto ciò di misterioso che si nasconde in una mutazione. Il termine è anche spaventoso per certi versi, perché non sai mai se andrai a parare in qualcosa di migliore o peggiore ma è il rischio che ci prendiamo per essere diversi dagli altri. Infatti, se compari il nuovo album con il primo, è sicuramente una mutazione.

Chi sono i Qoniak?
Lionel Friedli alla batteria e Vincent Membrez alle tastiere. Siamo svizzeri e ci conosciamo dai tempi delle superiori. Ormai sono vent'anni che suoniamo insieme.

Come si è formata la band? Quali sono i ricordi più belli dei primi anni?
Studiavamo musica a Montreux e abbiamo cominciato a suonare regolarmente in un trio di improvvisazione chiamato Hiatus. Con noi c'era un chitarrista ma ad un certo punto abbiamo avuto la possibilità di suonare in due in una sala prove di Bienne. All'inizio ci divertivamo e basta poi abbiamo scoperto la passione per l'arte selvaggia, organica e spontanea dell'improvvisazione e, ispirati da duo come Lovens/Lehn o Minton/Turner, siamo andati avanti mescolando le nostre influenze pop, rock e jazz. Il nostro obiettivo era unire groove e strutture ritmiche con improvvisazioni jazz e noise. Dopo aver suonato in grande simbiosi esplodevamo in grandi risate. A poco a poco, i Qoniak sono cresciuti diventando essenziali per entrambi.

Perchè avete impiegato sette anni per tornare in studio?
Siamo tutti e due musicisti molto impegnati. Suoniamo in varie band e trovare del tempo per provare insieme è complicato. Per questo secondo album volevamo includere delle canzoni composte appositamente, al contrario del debutto che contiene solo improvvisazioni. Oltre a qualche inconveniente durante il processo, il problema è stato rendere la scrittura libera come quando non pensiamo alle note. Inoltre la release è stata posticipata un paio di volte.

Dove avete registrato le canzoni? Che tipo di produzione volevate ottenere?
Abbiamo registrato in uno studio di Losanna con Antonie Etter, il nostro fonico. Abbiamo deciso di utilizzare una vecchia Studer tape machine per ottenere il suono più caldo e grasso possibile. La scelta di David Odlum per il mixaggio è stata motivata dalla stessa idea e ci ha totalmente soddisfatti.

Avete preso esempio da qualche disco di jazz o synth rock?
I synth di Thomas Lehn hanno sicuramente avuto un grande impatto su Vincent. Amiamo entrambi i suoni analogici (Herbie Hancock, Joe Zawinul, Pink Floyd..) ma anche artisti moderni come Radiohead, Bon Iver, James Black e Björk. Per quanto concerne il jazz ascoltiamo roba free (Albert Ayler, Sun Ra, Coltrane..), fusion (Alan Holdsworth, Chick Corea, Vinnie Colaiuta..) e contemporanei (John Zorn, Marc Ribot, Jim Black e Craig Taborn).

‘Coac’ è un'eccellente anticipazione dell'album? Possiamo considerarla la traccia chiave?
Sì perché è una canzone divertente da suonare dal vivo e che piace molto alle persone. Possiede diverse caratteristiche del duo ovvero energia, una divertente melodia che ricorda i vecchi videogiochi, moduli ritmici particolari e una struttura predisposta all'improvvisazione. É stimolante suonarla e ci piace perché ci costringe a dare il massimo sul palco.

Come scrivete di solito? Quanto è difficile combinare jazz, math rock, prog ed elettronica nella stessa struttura compositiva?
(Vincent) Di solito parto con qualche demo. Il computer mi permette di sperimentare diverse combinazioni melodiche, ritmi e suoni. Spesso inizio con una linea di basso, aggiungo qualche parte di batteria elettronica e poi aggiungo la melodia, non curandomi del fatto che sia effettivamente suonabile o meno. Non penso mai al genere musicale quando compongo. Le nostre influenze si traducono in musica ed il genere è qualcosa che viene eventualmente dopo. Una volta che i demo sono pronti, provo a suonare le canzoni e Lionel traduce e ricrea le parti di batteria a modo suo. In quel modo riarrangiamo e ridisegniamo quello che abbiamo scritto finché non funziona. Il processo è molto lungo e comprende diversi tentativi ed errori. Dal vivo poi le canzoni possono cambiare radicalmente. Può succedere di tutto e amiamo vedere quello che siamo in grado di raggiungere durante le nostre performance.

Come siete entrati in contatto con Hummus Records? Chi sono i vostri artisti preferiti del roster?
Conosciamo Jonathan Nido da molto tempo. Non avremmo mai pensato che ci volesse nel roster ma abbiamo comunque provato a fargli sentire alcuni pezzi. Gli sono piaciuto e si è detto entusiasta di pubblicare il disco. Adoriamo i Coilguns, la loro energia, la musicalità e l'attitudine.

Vi piacciono i Meshuggah? Qual è il vostro album preferito degli svedesi?
Ci piace molto la band anche se non siamo hardcore fan. 'Chaosphere' e 'Destroy/Erase/Improve' in un certo momento della nostra vita li abbiamo sicuramente ascoltati molto. È molto interessante come mixano ritmiche veramente complicate con un grande groove.

Vi piacciono davvero gli UFO? Ne avete mai visto uno? Siete appassionati di qualche film di fantascienza in particolare?
Lionel è un grande fan ed esperto della materia. Io invece un po' meno, ma mi piace ascoltarlo parlare dell'argomento. Non ne abbiamo mai visto uno ma non abbiamo perso la speranza che possa succedere durante un concerto. Ci piace anche discutere di teorie scientifiche sull'universo, sui buchi neri, la materia oscura e così via. Siamo fan di Star Wars e stupidi film sugli alieni come Starship Troopers e Mars Attacks, ma anche di film più artistici come 2001 Odissea nello Spazio, Alien o Interstellar. Di recente ci è piaciuta la prima stagione di Stranger Things, soprattutto per la musica.

Qual è il miglior pregio di Vincent? E il peggior difetto?
Vincent ha un modo di pensare arborescente. Il suo peggiore difetto è che perde continuamente delle cose, il che ci ha causato alcuni degli inconvenienti di cui parlavamo prima.

Qual è il miglior pregio di Lionel? E il peggior difetto?
Lionel è una palla di fuoco!

Qoniak
From Svizzera

Discography
Sentient Beings - 2013
Mutatio - 2020