-Core
Philipp Rumsch Ensemble
Germania
Pubblicato il 28/05/2020 da Lorenzo Becciani

Oggi in Italia è iniziata la terza fase e possiamo uscire un po’. Speriamo che questa storia dell’orrore finisca presto ma nel frattempo possiamo ancora contare sulla musica e devo dire che il tuo disco è veramente bellissimo. Prima di tutto vorrei sapere se ti consideri un artista jazz o neoclassico?
Ti ringrazio. Questa è forse la domanda più difficile a cui rispondere. Il mio approccio con la musica è stato suonando il pianoforte e quindi ho avuto un training tipo classico ed in seguito mi sono appassionato ad altri generi. Dal 2013 a oggi ho studiato sotto l’egida di Richie Beirach e Michael Wollny all’Accademia di Musica e Teatro Felix Mendelssohn Bartholdy di Lipsia. É anche piuttosto complicato spiegare il tipo di musica che si può ascoltare su ‘µ: of Anxiety x Discernment’, ma ciò lo rende più interessante.

A mio parere ‘ µ: of Anxiety x Discernment’ è una vera e propria colonna sonora. Il suo fervore cinematico è notevole e prende il meglio dal jazz e dalla neoclassica.
Sicuramente ci sono tante componenti differenti. È un collage di diverse emozioni come la gioia o l’ansia, un’avventura sonora in cui puoi trovare code strumentali, spunti pop ed altri più sperimentali. La visione è stata quella di tradurre in formato orchestrale impulsi ambient, avant-pop o comunque di musica minimal.

Perché hai deciso di creare un ensemble e non presentarti come solista?
A metà dei miei studi col pianoforte, ho avuto un periodo di crisi. Dovevo capire se diventare un musicista professionista e ho cominciato ad amare la musica indie ed allo stesso tempo implementare ciò che avevo imparato con sezioni d’orchestra e tecniche classiche. Volevo suonare un sacco di cose differenti e avere più strumenti nella mia amusica ma pure renderla accessibile. Ho pensato a come avrei potuto fare ascoltare la musica a tutti i miei amici oppure ad un pubblico più vasto e di conseguenza ho certo altri musicisti. Anche dal vivo siamo sempre una dozzina.

Un aspetto che mi ha colpito riguarda la copertina: una linea retta per ‘Reflection’ e una curva per ‘µ: of Anxiety x Discernment’.
Questa volta la sensazione che volevamo trasmettere con Andi Rueckel era quella di un loop. L’idea è di un’immagine tridimensionale, ispirata al nastro di Möbius, nella quale puoi trovare differenti specchi o prospettive. Ascoltare l’album è come entrare in un loop ma dal quale puoi anche uscire.

Cosa volevi migliorare o cambiare dopo il debutto?
Volevo che ci fossero più colori. ‘Reflections’ è una versione dell’ensemble mentre questo album presenta più versioni. É un lavoro meno coerente, in cui puoi trovare tanta varietà.

A livello di produzione cosa avevi in mente?
Avevo alcuni dischi in mente come ‘Empyrean’ di John Frusciante oppure i lavori di Valgeir Sigurðsson, che ha introdotto una modalità totalmente nuova di registrare la musica classica. Mi piacciono molto anche Bon Iver, Steve Reich e James Blake.

Com’è stato lavorare con lui?
Si è occupato della masterizzazione e, quando ho ascoltato il mix dell’album, ho percepito grande intensità e oscurità. Per questo ho chiesto maggiore brillantezza. Una sorte di attitudine pop.

Come lo hai conosciuto? Hai visitato Bedroom Community?
L’ho conosciuto a Copenhagen, dove ho studiato per un anno e mezzo sound design al Rhythmic Music Conservatory, perché era il supervisore di un mio progetto. Tre anni fa sono stato in Islanda in vacanza e mi ha detto che sarebbe stato libero per qualche mese. Quindi ho cercato di far conciliare le cose.

Invece il contatto con Denovali Records come è avvenuto?
A Lipsia abbiamo un festival jazz molto importante. Ad Aprile c’è stato una sorta di anticipazione nella quale c’è stato uno speciale di Denovali Records. Ho girato loro delle composizioni a cui stavo lavorando, alcune cose che sono finite su ‘Reflections’ e anche materiale solista, e fortunatamente le hanno apprezzate. In catalogo hanno anche Orson Hentschel, che trovo bravissimo e ha collaborato pure alla stesura di un testo dell’album.

Adesso vorrei che ci raccontassi l’esperienza ai Jazzanova Recordings di Berlino.
É stata eccezionale e sono felice che hai citato Apparat nella recensione, perché sono molto amico del batterista. In quello studio hanno registrato musicisti incredibili come Alva Noto o Ryuichi Sakamoto ma anche tanti artisti pop. Io sono entrato come un normale studente, con pochi soldi a disposizione, ma mi hanno tratto in maniera molto amichevole. Hanno un piano Yamaha e un Musser Ampli Celesta davvero fantastici.

Cosa riserva il futuro?
Attualmente non sappiamo cosa fare. Alcune date del tour sono state rinviate all’anno prossimo ed è difficile pensare di presentare solamente questa musica, vecchia di un anno per il pubblico e di due anni in più per me. L’intenzione quindi è quella di aggiungere qualche pezzo nuovo.

 

Philipp Rumsch Ensemble
From Germania

Discography
Reflections - 2018
µ: of Anxiety x Discernment - 2020