-Core
Pieralberto Valli
Italia
Pubblicato il 25/09/2019 da Lorenzo Becciani

Intanto vorrei sapere com’è nata l’idea di concepire un disco lungo un anno e come si è evoluto il materiale durante il processo…
In realtà doveva essere un’opera di venti minuti, solo piano e voce, che mi era stata commissionata per uno spettacolo teatrale. Ho cominciato a scrivere, tirare fuori idee su idee e girare alla compagnia teatrale. Le cose crescevano e sono entrato nel loop di comporre con tale modalità. Così mi sono trovato tantissimo materiale e, per una volta, non ho voluto scegliere solo qualche pezzo e pubblicare un disco dalla durata standard. Il materiale era piuttosto scarno e quindi ho lavorato ad arrangiamenti e suoni fino alla stesura definitiva di ‘Numen’. Per promuoverlo abbiamo deciso di fare uscire diversi pezzi. L’alternativa era girare un video per un singolo ma avrei fatto fatica ad individuare un pezzo unico.

A livello di produzione come ti sei mosso? Hai prodotto un pezzo e poi gli altri di conseguenza oppure hai aspettato di avere tutto il materiale pronto?
È stato un processo complicato, che ha comportato molti tentativi. È mia precisa volontà dare sempre un’identità sonora precisa alle mie uscite, un colore, una storia. Proprio come se fosse un film. Sono partito con un’elettronica simile all’album precedente ma mi convinceva poco, mi sembrava una copia di qualcosa di già fatto, e quindi ho provato ad aggiungere strumenti e campionamenti. Ciò che mi ha convinto di più è stato usare un’elettronica molto materica e per questo ho girato attorno a casa con lo smartphone per registrare rumori di vario tipo ed in seguito creare note e loop.

Trovi che ‘Numen’ sia un album più atmosferico o cinematico di ‘Atlas’?
Forse più cinematico. ‘Atlas’ fluiva di più come suoni e concetto di canzoni. Quest’album è costituito di canzoni più semplici ma è meno automatico e, anche a livello lirico, è molto più difficile entrarci.

Personalmente lo trovo un disco più a movimenti che a tracce singole..
È un album circolare, con idee e suoni che tornano in continuazione. ‘Profumo’ è forse il pezzo più straniante ed in generale ho voluto creare degli scatti e poi delle pause, in maniera da rendere l’ascolto un po' schizofrenico.

Sarà più facile promuoverlo in ambito rock o elettronico?
Questa è una bella domanda. Dal vivo cerco di unire i due mondi ma si tratta di un disco elettronico, almeno per come è stato concepito. Sebbene gli strumenti siano tutti suonati li ho pensati in maniera elettronica. Il problema è che adesso l’elettronica con la chitarra elettrica, un po' alla Radiohead o alla Blonde Redhead per intenderci, non la fa quasi più nessuno.

Il tuo è un disco lungo un anno mentre Gianni Maroccolo, con il meraviglioso ‘Alone’, ha promosso un disco infinito. E’ questa la soluzione per combattere la crisi dell’industria musicale?
Diciamo che si prova a produrre qualcosa di diverso per creare delle zone di sopravvivenza. Diluire le uscite ha un senso anche se di per sé rappresenta la sconfitta del mondo da cui veniamo. Anche ‘Numen’ verrà stampato in trecento copie limitate come accaduto per ‘Atlas’. In quel caso sono andate tutte esaurite quindi non posso che essere soddisfatto ma è chiaro che siamo lontani dai grandi numeri. D’altra parte è sufficiente andare ai festival di musica indipendente per trovare gruppi dalle logiche molto diverse. Il mondo ormai si è mosso verso una direzione e noi cerchiamo di ritagliarci uno spazio per sopravvivere.

Adesso parliamo di ‘La Coscienza del Sacro’...
Deriva allo spettacolo teatrale che era una riflessione sulla figura del padre, naturalmente non biologico ma spirituale. Una sorta di ricostruzione laica di una messa. Trovo che sia un tema piuttosto in disuso e per questo interessante. Mi intriga l’utilizzo del tu invocativo ed in generale avere dei confini stretti mi ha aiutato a scrivere.

Te lo chiedo perché anche Dardust e Alberto Nemo anno affrontato di recente il tema della musica spirituale..
Anche col disco precedecente avevo preso spunto da quel mondo, sebbene non in maniera dichiarata. Parlavo più di iniziazione. Magari lo affronterò ancora in futuro ma è troppo presto per dirlo.

Cosa stai preparando per la promozione dal vivo?
Sul palco sono da solo e ho un fonico di supporto. Con me porto chitarra acustica, elettrica, synth, tre microfoni diversi e mi auto-campiono. L’idea è quella di suonare i pezzi di ‘Atlas’ con l’ approccio di ‘Numen’. Il live potrebbe variare molto a seconda della location. Posso spingere molto, sia in direzione rock che elettronica, oppure proporre qualcosa di più intimo o acustico. Sul palco ho comunque un mare di roba e ho bisogno di un intero furgone per portarla con me.

Pieralberto Valli
From Italia

Discography
Atlas (2017)