-Core
Sepultura
Brasile
Pubblicato il 14/02/2017 da Lorenzo Becciani

Con il passare degli anni i concept dei vostri album si stanno facendo più complessi. Sembra quasi che abbiate bisogno di una linea guida o comunque di un tema significativo per scegliere tra l’enorme quantità di materiale che componete…
Non è così lontano dalla realtà. Crescendo come musicisti abbiamo sperimentato quasi tutte le soluzioni possibile evitando di pubblicare due volte lo stesso album. Sicuramente un tema di spessore ci stimola a lavorare in una direzione piuttosto che in un’altra o comunque ad accelerare il processo o rallentarlo se necessario. Quello che conta per noi è dare alle stampe un lavoro interessante sotto tutti i punti di vista.

Di cosa parla nello specifico ‘Machine Messiah’?
Credo sia sotto gli occhi di tutti il fatto che le macchine abbiano radicalmente rimpiazzato l’essere umano in quelle che sono le sue attività quotidiane. Spesso lo sostituiscono anche quando ci sono da fare dei calcoli più o meno complessi oppure da prendere delle decisioni. Immaginare la vita senza computer è impossibile anche per chi vive in situazioni di povertà e l’aspetto più drammatico è legato all’assenza di socializzazione creata dalla tecnologia. Le persone camminano guardando il cellulare, mangiano una di fronte all’altra senza distogliere lo sguardo dai propri laptop e vanno ai concerti passando tutto il tempo a fare video. Il concept è un messaggio rivolto ai più giovani. Uno stimolo a sviluppare le proprie capacità e un’identità precisa nella società moderna.

Alcuni passaggi dell’album mi hanno riportato alla mente capolavori come ‘Arise’ e ‘Chaos A.D.’..
Non ti sbagli perché abbiamo seguito ogni dettaglio della pre-produzione e della registrazione esattamente come facevamo a fine anni ottanta. Tutti noi abbiamo ancora in mente il periodo con Roadrunner Records ma da quando Derrick Green è nella band abbiamo cercato di dare una veste moderna alla band, senza tradire le origini, e la risposta del pubblico è stata eccezionale. Non abbiamo paura di prenderci dei rischi e amiamo le sfide.

Perché avete scelto di registrare in un paese freddo come la Svezia?
L’album precedente lo abbiamo registrato in luglio a Venice Beach con Ross Robinson e volevamo cambiare. Lo abbiamo registrato quasi tutto a maggio a Örebro insieme a Jens Bogren. Solo la batteria è stata registrata a Stoccolma. Lontani dalla capitale abbiamo potuto concentrarci nel miglior modo possibile sul nuovo materiale. Era dai tempi di ‘Chaos A.D.’ che non registravamo in Europa. É stata una bella atmosfera, un nuovo produttore e un’attitudine differente. La situazione ideale per sperimentare nuovi elementi.

In effetti il nuovo album è decisamente vario..
‘Machine Messiah’ è un album molto musicale. Stavolta abbiamo esplorato al massimo le nostre potenzialità come musicisti e credo siamo diventati una band ancora migliore di prima. Potrà sembrare strano dopo così tanti anni ma le nuove canzoni ci hanno davvero messo alla prova dal punto di vista fisico e mentale.

In scaletta è possibile ascoltare un sacco di elementi non heavy metal..
Ci sono influenze prog, jazz e bossa nova in quantità ma questo perché siamo musicisti diversi e individui che ascoltano di tutto. Dal rap al blues, dalla musica classica al dub. Usiamo questi elementi in maniera del tutto naturale, esploriamo le possibilità di ogni pezzo che scriviamo senza inserire elementi a caso o forzare arrangiamenti. La pre-produzione in Brasile è stata complessa e ogni demo è stato studiato nei dettagli. Puoi sentire anche del maracatu in un paio di passaggi e ‘Phantom Self’ è costruita su un ritmo tribale che accomuna la cultura tunisina con quella amazzonica.

É stato difficile cambiare da Ross Robinson a Jens Bogren? Lo avete semplicemente per provare qualcosa di diverso?
Non è stato difficile proprio perché il motivo principale era quello di sperimentare cose nuove. Sfidarci nuovamente. Ross è un grande amico e un produttore fantastico. Adora la band e su ‘The Mediator Between Head and Hands Must Be the Heart’ ha fatto un lavoro pazzesco tanto che siamo stati in tour tre anni a causa delle richieste che ci provenivano da tutto il mondo. Jens ha avuto esperienze con band che rispettiamo come Moonspell, Kreator, Opeth e Angra. Ci hanno parlato bene di lui e quando ci abbiamo parlato la prima volta è stato chiaro che conosceva la nostra storia.

Come giudichi ‘Kairos’ e ‘The Mediator Between Head and Hands Must Be the Heart’ adesso che ‘Machine Messiah’ è realtà?
Amo quei due album! ‘Kairos’ è stato il primo ad uscire per Nuclear Blast e Roy-Z ci ha spinto verso un sound molto diretto e thrash. ‘‘The Mediator Between Head and Hands Must Be the Heart’ invece è più dark, rumoroso ma altrettanto bello. ‘Machine Messiah’ è una sorta di mix tra i due ma rivolto verso il futuro.

Quali sono i tuoi pezzi preferiti?
Sicuramente ‘Resistant Parasites’, per via del riff che mi ricorda alcune cose di ‘Arise’, ‘I Am The Enemy’ e ‘Phantom Self’. Amo molto anche il pezzo strumentale.

È sempre molto pericoloso vivere a San Paolo?
Purtroppo sì come in tutto il Brasile. Siamo arrivati ai livelli di intolleranza insostenibili. Soprattutto politica e religiosa. Tutti sembrano pieni di loro stessi. Il Brasile è un continuo paradosso. Ci sono intere regioni in cui vivi a rischio sicurezza e larghe zone di San Paolo in cui non puoi entrare senza precauzioni. Il Presidente è sotto impeachment e diversi politici sono stati incarcerati per corruzione. Allo stesso tempo siamo un paese ricco di cultura, musica, teatro e arte in generale. Abbiamo una scena heavy metal grandiosa. Col mio radio show passo un sacco di band underground che meriterebbero fortuna.

Passi anche qualche band italiana?
Non molte a dire il vero. I Lacuna Coil ed i Rhapsody soprattutto.

Cosa pensi del nuovo album dei Metallica?
Mi ha sorpreso in positivo. Il suono è davvero fresco e si sente che i ragazzi si divertono come negli anni ottanta.

Adoro un video su YouTube in cui viene ripresa la vostra collaborazione con i Korn per una versione pazzesca di ‘Roots Bloody Roots’ al Monsters Of Rock di San Paolo. L’ultima volta che ho parlato con Munky mi ha parlato di voi come una delle sue influenze principali..
Anche noi adoriamo i Korn. Li rispettiamo per il livello tecnico che hanno raggiunto e per l’attitudine che hanno dopo così tanto tempo on the road. In quell’occasione fu Jamey Jasta degli Hatebreed ad avere l’idea di una jam. Ci siamo divertiti nel backstage e sul palco è stato devastante.

Qual è il migliore album dei Sepultura a tuo parere?
Dico ‘Against’ perché ci eravamo appena separati da Max Cavalera e ci ha permesso di mantenere la nostra integrità e ribadire i valori in cui credevamo. Senza quell’album adesso non sarei qui a rispondere a questa intervista.

(parole di Andreas Kisser)

Sepultura
From Brasile

Discography
Morbid Visions (1986)
Schizophrenia (1987)
Beneath the Remains (1989)
Arise (1991)
Chaos A.D. (1993)
Roots (1996)
Against (1998)
Nation (2001)
Roorback (2003)
Dante XXI (2006)
A-Lex (2009)
Kairos (2011)
The Mediator Between Head and Hands Must Be the Heart (2013)
Machine Messiah (2017)
Quadra (2019)