-Core
My Dying Bride
UK
Pubblicato il 01/12/2015 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto mi piacerebbe tracciare insieme a te un profilo dei My Dying Bride dall'inizio dell'attuale millennio fino ad oggi. Vorrei che lasciassi un commento su ogni album uscito dopo 'The Light At The End Of The World' sottolineando l'evoluzione in termini di songwriting, particolari condizioni di registrazione e se l'accoglienza della stampa fu positiva o meno.
The Dreadful Hours – E' ancora adesso il mio album preferito dei My Dying Bride. Lo trovo assolutamente perfetto in tutto quanto: copertina, struttura delle canzoni, liriche e musica. La stampa lo incensò e anche i fans lo accolsero molto bene tanto che il tour è stato il più lungo di sempre nella nostra carriera.
Songs Of Darkness, Words Of Light – Qualcuno lo ha amato e qualcun altro lo ha odiato. E' strano perché in studio decidemmo di pubblicare materiale più vario del solito. I nostri fans lo considerano un periodo di transizione e d'altra parte c'è da comprenderli visto che abbiamo cominciato a riscuotere successo dai tempi di 'Turn Loose The Swans'. Adesso abbiamo conquistato nuove fasce di pubblico.
A Line Of Deathless Kings – Un altro ottimo album a mio parere. In studio funzionò tutto a dovere e le recensioni furono positive. Molte persone ci dissero che era quello che volevano ascoltare in quel periodo.
For Lies I Sire – Un album che adoro, spendemmo tantissimi soldi per la produzione.. A volte è bello registrare in maniera grezza senza perdersi in troppi effetti o arrangiamenti complicati. Altre volte cerchi un suono più ricco e potente. Alcuni dissero che era troppo pulito e commerciale ma non penso che un album dei My Dying Bride possa veramente esserlo.
Evinta - Più un progetto che un genuino album della band. Avremmo voluto avere i soldi per realizzare qualcosa di più ambizioso con l'orchestra.
A Map Of All Our Failures – L'ultima registrazione di Hamish Glencross prima che si dedicasse esclusivamente ai Vallenfyre. Ci sono delle canzoni fantastiche su quell'album e infatti è piaciuto anche a Kerrang! ed ai quotidiani britannici.

Quanto tempo avete impiegato a comporre e registrare il nuovo materiale?
Un sacco di tempo! Le prime sessioni risalgono all'inizio dell'anno scorso e poi ci sono stati continui spostamenti della deadline. Non abbiamo avuto dei problemi particolari. Semplicemente ci siamo presi il tempo di cui avevamo bisogno. La speranza è che la qualità della musica rifletta lo sforzo profuso.

Cosa volevate cambiare o migliorare dopo 'A Map Of All Our Failures'?
Quando registri un album pensi che sia grandioso e poi vorresti cambiare tutto. Noi cerchiamo di rimanere il più possibile razionali e fedeli ai nostri valori.

In studio avete cercato di ottenere una tipologia di produzione in particolare?
Non volevamo perdere tempo con aspetti inutili. Per tutta la durata del processo siamo stati estremamente concentrati perché sapevamo che non sarebbe stato facile pubblicare un album migliore di 'A Map Of All Our Failures'. 'Feel The Misery' segna il ritorno in formazione dopo diciassette anni di Calvin Robertshaw anche se il suo contributo in fase di songwriting è stato minimo. Quando è arrivato Andrew aveva già in pratica scritto tutto l'album ma nel prossimo farà sicuramente la sua parte. Le registrazioni si sono svolte presso l'Academy Studios di Dewsbury, dove sono nati tanti classici della band, mentre il mixaggio è stato seguito da Rob "Mags" Magoolagan ai Futureworks di Manchester. Il suono dell'album è molto organico e ogni strumento è suonato in maniera heavy e cupa.

Siete stati la luce guida del doom metal inglese fin dal vostro debutto. In che stato di salute versa il genere a tuo parere?
E' una bella domanda. Purtroppo sono in là con gli anni e non ascolto più musica nuova. Ci sono troppe band al giorno d'oggi ed è difficile distinguere quelle che valgono veramente. Oltre ai vecchi album di Candlemass e Slayer ascolto Deathstars, Rammstein e Nick Cave.

Conoscendoti credo che ti piacerebbero gli Uncle Acid & The Deadbeats...
Abbiamo suonato insieme al Maryland Death Fest e sono stati grandiosi quindi mi sa proprio che hai ragione.

A cosa ti sei ispirato per i testi stavolta?
L'ispirazione puo' nascere da qualche libro che leggo, persone che incontro, film o esperienze di vario tipo. I temi sono sempre la religione, il sesso, la passione e la malinconia. Le liriche di 'Feel The Misery' sono state in lunghe passeggiate nelle colline dell'Inghilterra del Nord. Lunghi fiumi, boschi, una bellezza malinconica e oscura che ho sperimentato anche con la pioggia. Se vivessi a Londra non potrei certo scrivere le medesime cose.

Hai letto un libro che ti ha colpito di recente?
Mi è piaciuto molto 'The Quick' di Lauren Owen.

Oltre ad essere il frontman dei My Dying Bride cosa fai nella vita?
Ho avuto la fortuna di appassionarmi a Photoshop molti anni fa quando uscirono le prime versioni. Adesso posso usare le mie qualità per lavorare da casa e curare copertine di libri e album. In questo modo mi mantengo creativo.

Devo dire che questa volta la copertina è veramente superba..
Erano tanti anni che volevo utilizzare la finestra di una chiesa e questa volta ho avuto il tempo di trovare l'immagine perfetta. La copertina è splendida, è davvero incredibile come possa trasmettere tanta luce spirituale.

Ti trovi ancora a tuo agio con il growl?
Essendo un modo di cantare molto fisico non pensavo ad essere sincero di andare tanto lontano. In studio specialmente è molto faticoso perché devi ripetere in continuazione le stesse parti. Il collo ed i polmoni cominciano a risentirne ma mi piace ancora. Magari quando invecchierò sarà più complicato.

Adesso vorrei che scegliessi le tre liriche nella vostra discografia a cui sei più legato...
'A Doomed Lover' da 'Songs Of Darkness, Words Of Light' – Parla di persone che ami nonostante non dovresti. Non l'abbiamo mai suonata dal vivo ed è un peccato perché è particolarmente evocativa e personale. In qualche modo si collega al testo di 'I Almost Loved You' di 'Feel The Misery'.
'Two Winters Only' da 'The Angel And The Dark River' - E' tragica, disperata, una pena infinita... Anche questa non l'abbiamo mai suonata dal vivo.
'Symphonaire Infernus Et Spera Empyrium' dall'omonimo EP – La amo perché in quel periodo tutti facevano puro death metal. Anche le band più famose rimasero sconvolte quando ascoltarono la nostra proposta. Il testo è potente e poetico.

Ritieni che ci sia un album meno oscuro e dark rispetto agli altri?
Senza dubbio '34.788%... Complete' con cui operammo un esperimento. Non tutti lo capirono ma ne siamo ugualmente orgogliosi.

(parole di Aaron Stainthorpe)

My Dying Bride
From UK

Discography
As the Flower Withers (1992)
Turn Loose the Swans (1993)
The Angel and the Dark River (1995)
Like Gods of the Sun (1996)
34.788%...Complete (1998)
The Light at the End of the World (1999)
The Dreadful Hours (2001)
Songs of Darkness, Words of Light (2004)
A Line of Deathless Kings (2006)
For Lies I Sire (2009)
Evinta (2011)
A Map of All Our Failures (2012)
Feel The Misery (2015)
The Ghost Of Orion (2020)