I britannici sono una delle entità prog metal più assurde e inclassificabili di sempre ed in generale una delle band più sottovalutate del pianeta. Purtroppo hanno avuto la sfortuna di emergere in un periodo storico avverso e forse la colpa di avere sbagliato un paio di mosse. Di sicuro se un album come ‘The Trees Are Dead & Dried Out Wait for Something Wild’ fosse uscito prima probabilmente staremmo parlando di tutt’altro. Il successore di ‘Death Of A Dead Day’ si è fatto attendere undici anni e nel frattempo Mikee Goodman si è dato da fare con i Primal Rock Rebellion di Adrian Smith. Al suo fianco non troviamo più Justin Hill, dedito alla produzione e anche su ‘Severance’ degli Heart Of A Coward, ma il songwriting è in ogni caso stellare e, nonostante le evidenti citazioni di System Of A Down e Meshuggah, di una personalità davvero unica. ‘This Ship Has Sailed’ e ‘The Moon’s Been Gone For Hours’ sono esempi pazzeschi del frenetico guitar work di Dan Weller e Graham Pinney, pure negli Aliases mentre ‘Vivid’ e ‘Century Of The Narcissist?’ avrebbero potuto benissimo stare sul debutto. Il consiglio quindi è di lasciarvi travolgere dall’energia spropositata che trasmette quest’album con i suoi viziosi circuiti ritmici, le sue atmosfere apocalittiche e gli straordinari stacchi melodici. Un album che vi costringerà a recuperare i capitoli discografici fondamentali di Korn, The Dillinger Escape Plan e Periphery – in ‘Cracks Of Light’ troviamo l’ex cantante Spencer Sotelo - alla disperata ricerca della scintilla creativa che ha scatenato tutto.