Di pari passo alla carriera dei Blood Red Throne - di recente a livelli altissimi con 'Brutalitarian Regime', 'Blood Red Throne' e 'Union Of Flesh And Machine' – gli Zerozonic di Daniel "Peisy" Olaisen, chitarrista di entrambe le band, si sono messi in testa di mietere ulteriori vittime. Rispetto al precedente 'Aftersane' non c'è davvero paragone, sia in termini di suoni che di songwriting, e, sebbene l'album sia palesemente old school, i norvegesi sembrano reduci da una stupefacente evoluzione e quello che pareva un progetto parallelo, nato un po' per divertimento e un po' per pubblicare qualche canzone rimasta negli archivi, adesso potrebbe ottenere un notevole riscontro internazionale. A tratti 'Zerozonic' mi ha riportato alla mente ‘240.25 Actual Reality’ degli Slapdash, un piccolo capolavoro thrash-goove metal che pochi ricorderanno. La grana delle chitarre è superba, la sezione ritmica è un muro quasi invalicabile e Arvid Tjelta, anche nei Sublime Eyes, si erge possente sfruttando al massimo il suo minutaggio al microfono. 'Get Me Back' e 'Pushed Away' sembrano scritte apposta per fare male dal vivo mentre 'Never Let If All', 'The Other Kind' e 'Just Turn Away' sono più subdole, ciniche, crescono alla distanza e provocano assai più danni fisici.