Il carattere non certo semplice, colpi di testa compresi, non ha impedito a Frankie Palmeri di rilanciare la sua creatura a livelli elevati anche dopo avere silurato tutto il resto della band ed essersi trovato a dovere ripartire da capo. In tal senso ‘Call Me Numb’ non può essere che un testo autobiografico e ironico sulle accuse provenute un po' dappertutto e le polemiche causate dallo scioglimento della precedente formazione. Il successore di ‘Eternal Enemies’ lo vede accompagnato da membri di The Tony Danza Tapdance Extravaganza e Glass Cloud tra cui l’eccellente chitarrista Joshua Travis che non fatica a mettersi in mostra. A sorpresa il songwriting di ‘Look At Yourself’ è ottimo e l’album scorre piacevolmente senza far sentire la mancanza di chi non c’è più. Sono frequenti i riferimenti a ‘Speaker Of The Dead’ ma l’approccio è decisamente più maturo e alcune soluzioni non sono affatto commerciali come qualcuno avrebbe potuto pensare. Dopo l’intro ‘You Asked For It’ parte una traccia classica come ‘Shinjuku Masterlord’ seguito dalla claustrofobica ‘Smokey’, che cita gli Slipknot. ‘Flag Of The Beast’ e ‘Torch’ sono disumane e non a caso sono state scelte come anticipazione della release in rete ma pure ‘Russian Hotel Aftermath’ e la conclusiva ‘Gucci Prison’, con i loro breakdown statuari e dinamiche da fuori di testa, si distinguono nella scaletta. In attesa di capire se la nuova line-up sarà stabile e funzionerà dal vivo, il frontman newyorkese ha dato un ulteriore scossone al movimento deathcore dimostrando di non essere caduto in depressione. Resta da valutare cosa sapranno fare i Lakeshore.